Mai detto fu più appropriato per far capire il perché, quando c’è qualche scandalo nel mondo del calcio, la Juventus è sempre nell’occhio del ciclone. Calciopoli aveva fatto venire fuori quello che tutti pensavano, poi c’è stato il doping con il Dottor Agricola, poi ancora i rapporti tra esponenti della n’drangheta e la proprietà bianconera resi ancora più intricati e misteriosi dal presunto suicidio del dipendente juventino legato proprio agli ambienti della n’drangheta. Senza tralasciare ancora le polemiche dichiarazioni del dimissionario Capo della Procura Federale della FIGC, Pecoraro, legate anche alle vicende che videro Orsato (arbitro) e Valeri (Var) decidere una discutissima Inter-Juventus che di fatto, grazie agli errori di arbitro e Var, assegnò lo scudetto ai bianconeri ai danni proprio del Napoli. Da buon ultimo lo scandalo che ha visto coinvolto il direttore sportivo Paratici destinatario di un’iscrizione nel registro degli indagati per la faccenda legata all’esame truffa di Suarez al fine di far ottenere rapidamente la cittadinanza italiana al giocatore per poterlo, poi, tesserare come comunitario.
Viene da sorridere, poi, quando si ripensa ad Andrea Agnelli che, in uno Stadium deserto, senza neppure la squadra avversaria, sottolineava come la Juve rispetta sempre le regole. Ci sarebbe dallo sbellicarsi dalle risate se fossimo davanti all’ennesimo tentativo di violare le regole. Sono curioso di vedere se la Procura Federale sarà così attenta e solerte nel deferire la Società bianconera visto che siamo in presenza di un evidente violazione del principio di lealtà sportiva. Già proprio quella lealtà sportiva che da sempre difetta al sodalizio degli Agnelli e che pare abbia contagiato anche gli organi della FIGC e della giustizia sportiva visto che si è punita una squadra, il Napoli, che aveva ottemperato alle restrizioni imposte da un organo sanitario, l’ASL, e che si è premiata la Juventus, quella società che è di casa nei tribunali penali, con tre punti in più che a fine stagione potrebbero contribuire a concretizzare l’ennesima ingiustizia sportiva.