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SPALLETTI GETTA ACQUA SUL FUOCO: ” SIAMO GLI STESSI DI PRIMA MA CON MENO ESPERIENZA E PERSONALITÀ”

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Conferenza stampa della vigilia per Lucia o Spalletti per una chiacchierata di poco più di mezz’ora ma ricca di spunti.  Si parte subito con la rivoluzione tecnica avvenuta questa estate: “Il fatto che abbia creato soddisfazione nei tifosi e negli addetti ai lavori può servire ai calciatori per aiutarli a diventare un po’ prima una squadra forte come l’anno scorso”. 

Si passa poi al modulo che può variare con l’inserimento di Raspadori:“Può farci pensare a qualcosa di diverso ma è la completezza della rosa in generale a farci pensare a questo. Sul 4-3-3 o sul 4-2-3-1 ci abbiamo già lavorato l’anno scorso, che ci sia Raspadori o meno è uguale per noi lavorare su tutti e due i moduli. Ci sono elementi che ci permettono di attuare entrambe le situazioni e l’idea Raspadori nasce proprio dal fatto che può darci cose diverse da quelle che già abbiamo”. 

Sul ritrovato entusiasmo, sugli obiettivi e sul mercato ancora aperto Spalletti continua: “Abbiamo riempito le caselle che erano venute a mancare, capisco lo stupore di chi sosteneva che eravamo disposti ad allenare un Napoli senza calciatori, ma non era così. Nel concreto si lotta per diventare una squadra forte, un gruppo che si alleni sempre forte, equilibrato, con disponibilità forte come prima. Siamo gli stessi di prima con meno esperienza, con meno presenze in Champions e in nazionale, e probabilmente con meno personalità, c’è da lottare per riacquistarle e sono quelle qualità che Koulibaly aveva ed che dopo due giornate lo ha fatto eleggere miglior giocatore nel ruolo in Premier. Ma la società ha lavorato sicuramente bene, ha fatto un ottimo lavoro mantenendo l’attenzione sulle finanze. Il lavoro che voleva fare. Quanto fatto dai giocatori l’anno scorso ha permesso alla società di fare questo lavoro in prospettiva”.

Si passa poi alle caratteristiche dei nuovi arrivi ed alla possibilità di vederne subito qualcuno in campo: “Ndombele arriva con un biglietto da visita importante, può ricoprire tutti i ruoli, la cosa che più mi ha fatto piacere è aver percepito la disponibilità, l’entusiasmo, con cui ha accettato di venire a Napoli. Anche a livello caratteriale ha una voglia matta come noi di far vincere il Napoli, me lo sono già immaginato con la maglia addosso, ci ha fatto vedere a noi società, a chi ha trattato con lui, che aveva questo desiderio ed ha fatto la differenza. E’ uno completo, sa imbucare benissimo, ha il passaggio verticale per chi attacca lo spazio, uno forte tecnicamente che esce dallo stretto. Gli piace di più correre in avanti che indietro ma questo glielo si insegna. Su Raspadori non so. In settimana ho allenato gli altri che mi hanno fatto vedere che vogliono vincere la partita”.

Sul ruolo che potrà avere il Napoli in campionato il tecnico azzurro continua: “Mina vagante lo siamo stati l’anno scorso, non lo so cosa potremo fare, dobbiamo riprendere delle qualità e delle caratteristiche che non so se al momento ce l’abbiamo. Bisogna vederlo dopo quando lavoreremo tutti insieme con quelli dell’anno scorso. I nove undicesimi di Verona, quelli lì hanno ripreso il discorso con cui avevano terminato. Su quelli che già conosco ci metto la mano sul fuoco, i nuovi a vederli mi sembrano tutti bravi ragazzi ma farà la differenza la squadra nella sua totalità e su come lavorerà. Sarà un campionato difficile, si andrà in campo ogni due giorni e ci sarà spazio per tutti senza andare a vedere i dieci minuti in più di uno o di un altro”.

Su come il mercato abbia cambiato le gerarchie in campionato Spalletti prosegue: “Non so chi si è rinforzato di più, hanno messo mano in tante, prendendo giocatori facendo valutazioni diverse da noi che sono state attenzione ai costi e ringiovanimento. Alcuni hanno comprato anche per vincere subito al di là della prospettiva del calciatore, questo fa pensare che la nostra difficoltà sarà far crescere la squadra e trovargli subito una personalità ed un valore. Tutte si sono rinforzate, Inter, Milan, Juventus tantissimo, la Lazio tanti giocatori, poi il Monza che ha fatto tipo 13-14 acquisti costruendo una squadra forte. Non si gioca semplicemente con una neo-promossa, ma contro una squadra gestita da persone altamente rappresentative del nostro calcio e che ne hanno fatto la storia. Solo dirigenti come Galliani potevano convincere gente di qualità come Ranocchia, Caprari, Sensi, Pessina e lo stesso Petagna che è uno che porterà la sua esperienza ed è andato via solo per l’esigenza di giocare di più ed era difficile trattenerlo. Per noi è stato un giocatore forte, un professionista ed un ragazzo d’oro e domani lo ringrazierò per tutto quello che mi ha dato”.

Sulla gara di domani Spalletti predica prudenza: “E’ una squadra allenata bene, Stroppa è moderno, a volte ti viene a prendere alla gola, altre volte se le distanze si allungano allora si mette sotto palla. Sanno fare tutte e due le cose, come hanno già fatto vedere nelle due gare precedenti in Coppa e campionato. Dovremo riuscire a stare bene in campo, con equilibrio, soffrendo come abbiamo fatto anche col Verona. Troveremo un avversario più tecnico che sa muovere la palla e senza la testa giusta sarà difficile”.

Tra le domande sui nuovi arrivi ance una su Olivera: “Sta sempre meglio, si allena con continuità, ritmo corretto e sta facendo tutto. Apprende cose nuove perchè è mancato un po’ nella preparazione, ma può essere scelto”.

Domani al Maradona è atteso il pubblico delle grande occasioni: “Voglio pensare che sia per la grande prova di Verona e non per aver coperto le caselle. L’entusiasmo in città è come quando dopo una partita ci venite a prendere lì fuori, ma lei non c’era – dice sorridendo al cronista – ma fa bene”

Sul nodo portiere Spalletti non si sbilancia: “Servono due portieri forti ed in questo momento li abbiamo, ma è chiaro che ci sono situazioni che possono svilupparsi. Dei discorsi sono stati fatti e valuteremo cosa accadrà. Io non le voglio neanche sapere, non è il mio ruolo, io devo fare l’allenamento, quelli che sono disponibili li alleno, voglio sapere solo chi è disponibile senza cercare qualcosa in più”. 

Sulla possibilità di vedere insieme Simeone ed Osimhen il tecnico continua: “La convivenza degli attaccanti sarà determinata da quello che mi fanno vedere loro, in base a cosa daranno valuteremo se sarà possibile farli giocare insieme. Secondo me non conta se giocano insieme, ma conta vincere la partita. Pensiamo a quello, a vincere, ad avere equilibrio di squadra. Per me Simeone è una prima punta, come Victor, ma Simeone è uno che la strada per arrivare qui l’ha fatta tutta da solo, è uno che da quando l’ho visto mi ha lasciato subito sicuro abbia la personalità di mettersi a disposizione. Quando ha deciso di venire qui lo sapeva che c’era Osimhen ed ha fatto di tutto per venire, non ha voluto sentir parlare di altre squadre e lo sapeva di Osimhen. E’ un grande lavoratore, anche nello sporco per i compagni, oltre a saper far gol e questo mi basta”.

Sul lavoro e l’importanza delle palle inattive Spalletti predica attenzione:“Curiamo tutto al massimo, ma su palla inattiva ci abbiamo preso anche gol a Verona quindi tanto bravi non siamo stati. E’ una fase di gioco importante, la fisicità dei giocatori sui piazzati è una bega a cui saper sopperire, te ne arrivano 7-8 in area ed è difficile prenderli tutti, soprattutto per una squadra come la nostra che è più brava in corsa, velocità, e non in centimetri”.

Sull’apporta di Di Lorenzo nella nuova veste di capitano, Spalletti chiude:“Chi c’era prima, comandanti e capitani, avevano delle cose, esperienza personalità, qualità che bisogna ritrovare perché questi non le hanno ancora. Di Lorenzo l’ho testato in questi giorni ed è una roba perfetta di come s’è comportato ed ha preso decisioni e trascinato i compagni  entrando dentro al campo e spogliatoio ad incitare tutti.  È sempre vicino ai compagni, ha preso molto dal comandante e lo sa fare bene”.

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