Mattia Perin, portiere del Genoa, è intervenuto ai microfoni Dazn nel post partita del match contro il Napoli:
Il Genoa visto stasera quanto è frutto della responsabilità che vi siete dati? “Stiamo dimostrando in campo la responsabilità che ci siamo dati. È bello vedere i compagni che si sacrificano così tanto, e i risultati si vedono. È quello che ci chiede anche il mister, e siamo contenti di esaudire le sue richieste”.
Sulla convocazione in nazionale: “Il c.t. mi conosce. Se non avessi la voglia di andare in Nazionale non sarei un giocatore competitivo. Non è semplice, ho perso un po’ di gerarchie perché negli ultimi anni non ho giocato tanto e devo lavorare più degli altri. Mancini sa cosa posso dare e se arriverà la convocazione ben venga, sto lavorando anche per questo”.
Sulla parata su Demme: “Credo di sì. È stata complessa: da quella distanza tendono a calciarla rasoterra, invece lui l’ha alzata. Grazie ai miei preparatori alleno tutte le situazioni, e ci siamo accorti che certi giocatori tendono ad alzare la palla anche da distanza ravvicinata”.
Perché chiamavi i tuoi compagni “leoncini”? “È un diminutivo affettuoso per chi fa una bella giocata, per caricarlo. È difficile scaricare l’adrenalina, non posso andare a contrasto. E vedere i compagni che danno tutto mi carica, mi nutro della loro energia”.