Le parole di Conte avevano lanciato il campanello di allarme: stagione di sofferenza, squadra incompleta e Società messa alle spalle al muro per l’incapacità a fare mercato in uscita ed in entrate. Parole chiare che hanno trovato conferma sul campo. Al Bentegodi, al cospetto di una delle più serie candidate alla retrocessione, il Napoli si scioglie e subisce un’umiliazione che manda in depressione un’intera tifoseria. Sul banco degli imputati Aurelio De Laurentiis, artefice unico del fallimento totale della passata stagione che ha relegato il Napoli al decimo posto, Società protagonista, ancora una volta, di un mercato bloccato che ha visto, per l’ennesima stagione, ai nastri di partenza una squadra largamente incompleta. Manna si sta rivelando incapace sia a svolgere operazioni in uscita che in entrata costretto a fare i conti con i vincoli di costo del cartellino e di ingaggio e con la scarsa appetibilità che può avere una squadra senza la vetrina europea. Fatta salva la grande competenza calcistica di Conte, rimane di difficile comprensione la valutazione che De Laurentiis e Manna possano avere fatto di gran parte della rosa, a partire da Meret che, purtroppo, è una sentenza, per proseguire con Juan Jesus, ex giocatore già da qualche anno, per proseguire con Mazzocchi, Raspadori, Cheddira, Olivera, Simeone senza citare una panchina che appare non all’altezza di un campionato di serie A.