Una mezza ammissione di responsabilità, Gattuso l’ha fatta abbandonando il dispendioso 4-2-3-1 ma non per passare al modulo che più sembra calzare alla rosa del Napoli ma ad un 4-1-4-1 che aveva dato, nella scorsa stagione, buoni risaltati pur non esaltando troppo sotto l’aspetto del gioco. Il delicato momento che sta vivendo, sicuramente avrà condizionato Gattuso che, nonostante il 4-0 con il quale aveva chiuso il primo tempo e dopo aver fatto subito un cambio, lasciando a riposo Lozano ad inizio ripresa, si è dimenticato di Insigne e Demme costringendoli a restare in campo per tutti i 90’ ed operando sostituzioni poco comprensibili come quella finale di Mertens entrato ad inizio ripresa. Già contro la Fiorentina, nonostante il 4-0 dei primi 45’, Gattuso aveva operato i primi cambi al 77’ forse dimenticandosi che tre giorni dopo avrebbe dovuto affrontare la Juventus nella finale di Supercoppa. Il perseverare negli errori è un’altra costante nella gestione Gattuso che nel finale per ritornare al suo 4-2-3-1 ha rischiato di riaprire la partita. Uno stato di agitazione che si è palesato pienamente nel dopo partita con il tecnico apparso seccato dalle critiche ricevute dopo il ko di Verona. La cosa più preoccupante di Gattuso è la sua esasperata ostinazione che lo ha portato per 6 mesi ad insistere su un modulo che fin dai primi giorni di ritiro ha destato più di una perplessità e soprattutto il continuare a puntare su giocatori fuori ruolo e fuori condizione. La speranza è che Gattuso possa ritrovare la giusta serenità per valutare nel migliore dei modi il modulo più adatto a questa rosa ed i giocatori più in forma da mettere in campo. Nel frattempo fossi in De Laurentiis mettere chiuso in un cassetto il contratto del tecnico valutandone la conferma tra qualche mese.
