Paolo Casarin, ex designatore AIA, ha parlato dell’attuale generazione di direttori di gara ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “Non arbitro da 33 anni, la nuova generazione di direttori di gara la conosco solo di nome. Il rapporto tra arbitri e calciatori è completamente diverso rispetto ai miei tempi. Quando arbitravamo io e Agnolin, eravamo amici dei calciatori, perché prima di tutto eravamo appassionati di questo sport. Per quanto riguarda le designazioni, quando avevo io questo incarico, con me un arbitro non poteva fare più di tre volte la stessa squadra. Da arbitro, mi infastidiva che dirigessi sempre lo stesso tipo di partite, come ad esempio i grandi club in trasferta, quasi per tutelarli. Oggi non so bene quali siano i criteri delle designazioni, probabilmente ci sono difficoltà di organico tra gli arbitri, occorrendone sei per ogni partita, compresi quelli addetti alla VAR. Resto affezionato all’arbitraggio e al rispetto delle regole, tifo affinché gli arbitri di oggi siano più bravi di quelli del passato. Ho letto dello scandalo dei rimborsi spese, spero che possa non essere così grave la situazione. Una divisione tra AIA e FIGC? Gli arbitri devono essere al di sopra di ogni sospetto, era così anche quando arbitravo, nonostante lo facessi di fatto gratuitamente. Sulla figura dell’arbitro calciatore, credo non sia facilmente introducibile, ma sono d’accordo con questa idea, sarebbe un’esperienza indimenticabile e porterebbe i giocatori a essere più rispettosi e gli arbitri meno arroganti”.