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TANTI I PUNTI TRATTATI DA CONTE IN CONFERENZA, DALL’ATALANTA, ALLA FORMAZIONE, ALL’ENTUSIASMO

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Tanti i temi affrontati da Conte nella conferenza stampa di presentazione del match contro l’Atalanta:  “C’è un’insidia perché l’Atalanta è una squadra forte che ha vinto l’Europa League battendo il Bayer Leverkusen che non so quante partite aveva di imbattibilità. E’ in Champions da anni, è una squadra che oggi va annoverata tra quelle forti, senza dubbio. Merito al club, a Gasperini che in tutti questi anni ha fatto un lavoro straordinario ed ho grande stima di Gian Piero che è stato anche mio allenatore. Quando ero alla Juve lui era tecnico della Primavera e quando avevo qualche infortunio chiedevo di giocare con la sua Primavera. Lo stimo molto, tramite il duro lavoro ha ottenuto risultati, non vinci l’Europa League se non sei forte. A livello mentale dite, ma se sottovalutiamo questa partita? Magari, forse, l’Atalanta potrebbe sottovalutarla visto ciò che è successo l’anno scorso e noi non facciamo coppe mentre loro stanno facendo bene in Champions, sono strutturati per la Champions. Come vi ripeto sempre, chi non gioca coppe come noi è avvantaggio forse perché si allena anche se siamo alla terza in una settimana, ma poi è lontano dalla struttura della rosa delle squadre di Champions”.

Sull’eventuale impiego di Lobotka, il tecnico azzurro chiarisce: “Sarà pronto per la prossima, siamo nelle fasi conclusive di recupero. Non era un problemino quello avuto in nazionale come qualcuno aveva etichettato, è ancora in fase di recupero e bisogna pazientare. Alla prossima sarà a disposizione. Su Gilmour non avevo dubbi. Zero. Ve l’ho sempre detto. Lui era un mio cruccio, meritava di giocare, poi guardavi Lobo in partita e faceva prestazioni eccezionali. Il valore di Billy lo conoscevo, sta facendo molto bene e siamo contenti di averlo perché è giovane e potrà stare tanti anni nel Napoli”.
Sulla fisionomia e l’identità della sua squadra, sempre più ad immagine e somiglianza del suo allenatore, Conte continua: “Io dico sempre nei lavori in corso non puoi pensare di aver trasmesso tutto in appena quattro mesi. Ho trovato un gruppo disponibile, preparato a voler comunque migliorare e questo è merito dei ragazzi. La disponibilità è alla base di tutto, sia tatticamente che fisicamente e mentalmente. Non era scontato e questo ha accelerato il percorso, ma ribadisco, mi auguro però di essere smentito, ma in una situazione di costruzione hai bisogno di un determinato percorso e devi crescere per arrivare a certi livelli. Si può dire ciò che si vuole, ma la mia esperienza dice che questo percorso dobbiamo farlo e non pensiamo a salti multipli. Non è così, altrimenti cadrebbe tutta la teoria del lavoro, sarebbe troppo semplice, ma magari sbaglio, me lo auguro, ma dobbiamo tapparci le orecchie e lavorare. E’ un momento positivo, ma possono arrivare momenti meno positivi e questo non ci deve discostare dal percorso. Non so se questa gara può essere definita da scudetto, ma sicuramente anche l’anno prossimo cercheranno di entrare in Europa, loro ci sono già dalla porta principale, il nostro obiettivo è di rientrare in Europa cercando di rubare l’idea agli altri ed entrarci anche noi dalla porta principale. Loro sono una realtà consolidata, da anni sono presenti nella competizione più importante. La squadra è cresciuta anno dopo anno e l’Europa League ti dà consapevolezza, hanno costruito un percorso e continuano a farlo, potenziandosi. Per noi possono essere un esempio. Hanno messo mattoni ogni anno, costruendo anche dopo cessioni importanti, come è capitato anche a noi, perché, non dimentichiamoci, che abbiamo perso dei giocatori, non so se ne perderemo ancora, ma all’Atalanta sono stati sostituiti in maniera adeguata e loro con il lavoro sono rimasti competitivi. Grande merito a Gian Piero, ora sono conosciuti come una squadra forte, l’ho vista con l’Arsenal, sono forti, e non lo dico per incensarli, ma complimenti a loro che possono essere un esempio anche per noi perché dobbiamo fare degli step per diventare forti e puntare a cose importanti”.
Sui miglioramenti difensivi, l’allenatore azzurro prosegue: “Alla presentazione parlai dei 48 gol subiti e dosso che non bisognava dare colpa solo ai difensori, così come oggi non bisogna dare merito solo ai difensori ma a tutta la fase difensiva, agli 11 giocatori che difendono. Tutti partecipiamo nelle due fasi, vedi anche il gol al Milan con una pressione alta, recuperiamo con McTominay, poi palla al difensore centrale, in verticale ad un centrocampista ed in verticale all’attaccante, tocchiamo tutti e 3 i settori. Anche in fase difensiva la facciamo tutti insieme, non solo i 4 difensori ed il portiere. La squadra ha ritrovato quella voglia e quello spirito di sacrificio che le era mancato, ha capito l’importanza di essere uniti, così come nella fase offensiva. Mi preme sottolinearlo, non si danno meriti a giocatori o reparti, ma alla squadra in generale, siamo tutti coinvolti nelle due fasi. Quello di domenica sarà un test probante anche a livello difensivo perché l’Atalanta ha il miglior attacco e cercheremo di essere preparati ed organizzati anche se non è semplice contro di loro. Il primo pensiero sarà di fare gol e poi di non subirlo, solo così puoi pensare ai tre punti”.
A chi abbina del miracoloso ad un risultato clamoroso, Conte così risponde: “Sono molto credente, anche praticante, conosco solo una persona che fa i miracoli. Lo prego sempre, anche per la squadra, che stia bene, oltre alla mia famiglia nelle mie preghiere c’è spazio anche per i calciatori e lo dico sinceramente. Noi, la squadra ed il club possiamo andare uniti, compatti, per costruire qualcosa d’importante e che duri nel tempo, poi si dice: Dio vede e provvede. A noi non deve mancare ciò che dobbiamo fare, lavorare e metterci a disposizione, tutti, dal cuoco al magazziniere per creare qualcosa di bello che possa dare in un campionato dei punti in più. Non dobbiamo sbagliare niente su questo, non siamo nelle condizioni di poter sbagliare. Poi i miracoli calcistici ci sono sempre stati, ma devi lavorare per sperare che accada, non basta pregare”.
Sulle polemiche legate all’assegnazione del pallone d’oro e su chi per Conte fosse il più meritevole, questo il commento del tecnico: “Lascio giudicare a chi lo deve fare. Ho altri pensieri, mica sto a parlare del Pallone d’oro”.
Sull’entusiasmo dei tifosi Conte stavolta non veste i panni del pompiere: “L’entusiasmo deve essere benzina, è positivo, sarò l’ultima persona a spegnere l’entusiasmo. Dobbiamo cavalcare l’entusiasmo, alimentarlo venendo qui ogni giorno e lavorando con un solo pensiero in testa per renderli orgogliosi al di là del risultato. Io voglio che ci sia l’attaccamento, il senso d’appartenenza, poi il risultato è relativo. Sentirli cantare a fine partita come a Milano ci deve riempire il cuore e dare forza nella difficoltà e nella fatica. Ci deve dare qualcosa in più per superare le difficoltà. Non smorzerò mai gli entusiasmi i tifosi devono essere con noi. E’ giusto sognare la cosa più bella per loro, ma in maniera realistica io devo dire che è l’inizio di un percorso per dare stabilità per Napoli, per il presidente e per i tifosi che meritano gioie”.
Dal tecnico ancora complimenti per Politano: “Matteo è stato il primo a lanciarmi quest’idea, mi ha detto “mister se c’è bisogno in alcune partite di abbassarmi perchè attaccano i 5 canali mi abbasso io…” è stato anche lui. Lo sta facendo in maniera perfetta, ma l’ha fatto anche Ngonge in maniera perfetta col Lecce, poi in attacco abbiamo bisogno di giocatori tecnici ma in fase di non possesso contro squadre che attaccano i 5 canali, l’Arsenal abbassava Partey su Lookman e si formava una linea a 5, in Italia si abbassa un centrocampista, a volte l’Arsenal stesso abbassa Saka e Martinelli a 6, alcune cose sono sdoganate a livello tattico. C’è un’evoluzione, si attacca in un modo e si difende in un’altra, io non chiedo a Matteo di abbassarsi se il terzino resta, perciò parlavo prima di fase difensiva, non la fanno in 4 ma tutti. Ngonge ha caratteristiche simili, altrimenti poi devi abbassare un centrocampista”. 
Su che tipo di partita sarà questo Napoli-Atalanta, Conte spiega: “Noi stiamo preparando la gara, con loro devi essere molto preparato, oggi lo siamo stati molto, ho rotto molto le scatole ai calciatori per fargli capire alcune situazioni. La partita non va solo giocata, va preparata, va fatto vedere cosa accadrà. Dire siamo questi, abbiamo i nostri concetti va bene, ma devono sapere cosa accadrà e se ti prepari prima trovi o dai già delle soluzioni. L’aspetto qualitativo scombina alcune situazioni ma la preparazione, in gare fisiche come queste, dove danno grande pressione in ogni zona sono partite che devi preparare in maniera accurata e rompere tanto le scatole”.
A chi gli chiede se in futuro si potrebbe ipotizzare un Napoli senza Kvara e Lukaku, Conte così risponde: “Premetto, ed è stato un argomento anche di discussione al nostro all’interno con i capi della comunicazione, e voglio chiarire che il Napoli vince, il Napoli perde, non c’entra niente mettere Conte vince, Conte perde. Capisco alcune situazioni, ma sono rimasto pure sbalordito ed interdetto dopo Inter-Juve, il titolo non era nè sulla Juve nè sull’Inter ma che io stavo godendo. Capisco, ma il concetto deve essere uno: noi vinciamo, noi perdiamo. Anche il discorso di dare specifici meriti ad un giocatore o ad un allenatore per me è tutto sbagliato, mi infastidisce molto e chi mi è vicino lo sa. Spero non ci siano più queste distinzioni, noi siamo un’unica cosa, facciamo bene o male tutti insieme. I meriti, che sono temporanei dopo dieci partite, li dobbiamo dividere così come nella negatività dovremo assorbire tutti le critiche, mi auguro di no ma so benissimo che, Politano, che oggi è l’emblema del non prendere gol, sono convinto che qualcuno dirà Politano sta troppo basso quando prenderemo i gol. Anche nell’ambiente nostro, di Napoli, cerchiamo di essere tutti uniti, compatti e dividerci i meriti. Ma poi meriti di cosa che siamo alla decima giornata? Stiamo facendo le cose perbene e servono tutte le componenti per farlo. E’ una cosa che da un po’ ho qui… mi dà fastidio. Noi, noi e noi!”.

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