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SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA: “PARTITA MOTLO DIFFICILE, IL TORINO E’ ASFISSIANTE. TURNOVER? DOMANI QUALCOSA SI CAMBIA MA NON FATEMI DIRE COSA…”

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Luciano Spalletti, adornatore del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Torino:

Ancora tanti impegni. È il momento più bello della sua carriera? “Per me il tempo che passa mi crea sempre il problema di andare a cercare qualcosa che mi dia soddisfazione, qualcosa che mi dia quella pienezza al tempo che trascorre, noi saremo giudicati in base alla serietà con cui abbiamo affrontato le cose lungo il percorso. Io non ho molto tempo, mi devo affrettare, devo dare valore a tutte le cose che mi passano davanti. Io per completarlo per il Napoli sono disposto a tutto”.

Quest’anno è irripetibile? “Per quanto mi riguarda l’anno irripetibile sarà quello dopo questo e dopo ancora quello dopo nonostante qualsiasi cosa succeda. Si può andare avanti all’infinito. Il traguardo è sempre quello che vuoi andare a prendere, quello che vuoi andare a coprire. Non ci si ferma, non ci si deve mai fermare, si va sempre a scavare più in profondità per trovare qualcosa che ti dia questa soddisfazione”.

Quanto è soddisfatto della capacità della squadra di adattarsi? “Parlo volentieri del Torino per il rispetto che non solo gli devo mas anche che gli riconosco. Sarà una partita molto difficile, il Torino non cambierà atteggiamento, L’Eintracht l’ha fatto per il risultato dell’andata, il Torino no, fa sempre alla stessa maniera, è un avversario complicato perché asfissiante in tutto quello che fa, sia in fase di non possesso che di possesso. Vogliono mantenere un livello di fatica altissimo per tutta la gara. Loro ti pressano continuamente, la vogliono portare sugli scontri fisici, quindi son sempre disposti a farti sentire il fiato sul collo e per una squadra come noi, che usa il possesso palla per portare la partita dove vuole, per loro sarà un divertimento. Con Juric ho discusso qualche volte ma sotto sotto quando si parla siamo tranquilli, c’è grande stima. Lui pensa al suo lavoro e si vede”.

Che vuol, dire non ho molto tempo? “Vuol dire che ho 64 anni. Non so cosa prevede la mia prossima vita, ogni momento può essere diverso è meglio non fare calcoli. Si va a mettere mano alle cose di volta in volta, le considerazioni di quel momento sono differenti rispetto ad una valutazione nel tempo. Vedremo quanto rimarrò in panchina, anche questo nasce da quello che succede. Se penso alla disponibilità, all’impegno, della squadra vorrei vivere in eterno, se penso a quello che è successo l’altra sera alla città, vorrei non prendere parte a queste situazioni, è una cosa che mi disturba e di cui non vorrei far fare, ma lavorandoci dentro ti ci ritrovi di rimbalzo. La cosa fondamentale in fondo è+ quanto hai amato le cose e quanto sei stato amato”.

Non c’è un problema di Turnover ma ci può essere un discorso di affaticamento. Domani c’è da aspettarsi qualche cambio in più? “Può succedere che ci sia qualche titolare differente rispetto alla partita precedente ma si fa quello che si fa sempre, ci si prepara al meglio ogni giorno per una partita alla volta. I conti in fondo ma le partite una alla volta. Le alternanze sono sempre in base alla forma dei singoli. Non ho il timore di sbagliare in maniera profonda, qualsiasi cosa scelgo scelgo bene, ce li ho tutti molto interessati alla causa e molto disponibili sia dal punto di vista fisico che mentale. Sono valutazioni che si fanno in base alla partita, in base all’attesa del risultato precedente. A livello mentale è importante visto che tutti parlano di prossimo turno, di risultato facile e ti trovi a giocarla in condizioni mentali di svantaggio totale, se tu fossi dentro te ne renderesti conto. Se sei costretto a subite questo racconto che sei già di là mentre devi ancora giocare una partita, ti costa molto di più, ti mette in difficoltà”.

Sulla crescita del calcio italiano: “C’è una fotografia  di ricerca nel fare cose più moderne, più forti dal punto di vista di impatto alla gara. Penso alla qualità del portiere del Torino, di quando gli riportano la palla dietro e tu vai a pressare e dopo una pallata sola sei costretto a ricomporti in area di rigore in un attimo. Si costretto a fare questo rientro anche con le punte. Sono queste cose, che fanno parte di un calcio moderno, e loro hanno anche questa soluzione, oltre che fisica, anche di velocità e di tecnica negli attaccanti, che conosco bene. Karamoh l’ho allenato all’Inter e ha dei guizzi che possono creare problemi. Il calcio va avanti, c’è sempre qualcosa da prendere. A loro non frega niente di accorciare il campo, se fosse per loro lo farebbero più lungo e più largo, vogliono fare queste corse come cavalli sciolti nelle praterie. Poi diventa complicato andare a trovare le misure per trovare la qualità di gioco che ci assomiglia”.

Su Raspadori. È soddisfatto dei progressi di Ndombele? “Raspadori non recupera tant’è che mi semrba di aver letto che non va neanche in Nazionale. Ndombele è un calciatore forte, all’inizio non lo conoscevo molto, c’era il dubbio del perché il Tottenham l’avesse lasciato partite. È un calciatore che alleno molto volentieri, è un calciatore forte fisicamente ed un ragazzo dolce. La forza fisica nel calcio moderno è un fattore importante. Lui ha forza, motore e tecnica. Ha questi guizzi di lucidità in cui riesce ad acchiappare lo spazio in cui si libera la palla in anticipo. È un calciatore che mi garba”.

Il Napoli ha lo stesso rendimento in casa e fuori. “Se si va a fare cose che siamo abituati a fare ci troviamo a nostro agio nell’andarsi a comportare. Chiaro che questo comporta di essere leggibili ma quella che è la creatività dei calciatori gli si lascia, c’è da imparare dalle loro qualità. Bisogna lasciare anche che la qualità individuale dia la soluzione per andare a far male agli avversari”.

Elmas o Siemone dal 1’? “Lei mi vuol far diventare antipatico coi miei calciatori mentre io me li abbraccio dalla mattina alla sera. Bisogna valutare che c’è una sosta dopo e quindi c’è la possibilità di recuperare bene. Quelli che stanno bene e che quindi non subiscono un arrugginirsi degli ingranaggi fisici si vanno ad utilizzare. Elmas meriterebbe di giocare qualche partita da titolare, ma se lo meriterebbero un po’ tutti. Hanno sempre dato un risultato importante ai fini dell’obiettivo di squadra. Qualcosa si cambia ma non fatemi dire cosa”.

Terminato il divieto di trasferta. Il grande Torino sarà per metà azzurro. Quanto è importante per voi?  “Per noi è fondamentale, spero non succeda mai più una cosa come questa. Capisco che dietro ci sono situazioni storiche che ti portano ad avere un certo atteggiamento. La squadra si sente più forte con il pubblico sugli spalti e poi la partita vien più bella. Ci sono sempre molti non colpevoli che vorrebbero solo ad assistere alla partita e vengono penalizzati ingiustamente., Per noi sono un sostegno importante e i calciatori hanno bisogno delle cose che ci dà la curva. Ogni tanto gli fa più la reazione del pubblico di quello che può essere un urlo mio. Sono capaci ad indirizzare emotivamente la partita su dei livelli che la mia posizione alle volte non mi consente”.

 Su Zielinski: “La sento un osservatore attento, devo rivedere quello che è successo in Champions visto che non ho travato tanta differenza da come gioca in campionato. Zielinski si nutre del comportamento della squadra, della sua crescita, o di quello che viene fuori per la volta successiva. Ha resistenza, tecnica e gol visto che calcia in maniera straordinaria sia di dentro che di sinistro. Sta mettendo in maniera pensante al suo carattere, alle volte in questo mondo essere troppo buono non ti da vantaggi. La vena sul collo ogni tanto la si deve far venire. Kvara mentre calciava in porta contro l’Atalanta aveva la vena sul collo quando è arrivato non c’è l’aveva, ora mi garba di più”.

Come mai è stato Zielinski a battere il rigore contro l’Eintracht? “L’hanno deciso i ragazzi, dentro il nostro spogliatoio c’è democrazia. Se i calciatori decidono di fare diversamente alle indicazioni, e anche da questo punto di vista qui sono tranquillo per i risultati degli allenamenti. Lui ha preso rigore e gli dava fastidio di quello che è successo nei rigori precedenti. È bello vedere che collaborano così e si danno una mano in base alle cose che individualmente devono mettere a posto. Partecipano tutti perché di squadra trattasi”.

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