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SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA: “BISOGNERA’ STARE CORTI E COSTRUIRE DAL BASSO. MARADONA DOMANI SARA’ CON NOI”

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Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della gara di ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League contro il Barcellona:

Sull’essere più aggressivi: “In generale chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso. Dobbiamo prendere delle decisioni se no si diventa passeggeri dell’avversario, che vogliono comandare la partita. Sin da subito bisognerà far vedere le nostre intenzioni se no sei costretto ad abbassarti”.

Su Lozano e su Ospina. Come pensi sarà la partita? “Lozano c’è bisogno di vedere giorno dopo giorno. Ha bisogno di sentire una spalla solida. Sta facendo una preparazione particolare per la spalla. Prima di mandarlo in campo serviranno diversi accertamenti clinici. Ospina lo vorrebbe titolare? Lei non ha visto le partite perché è sempre stato titolare. Oppure lei pensa che titolare significa anche in allenamento e a casa? Se no ha giocato sempre titolare. Nelle competizioni europee ha giocato Meret. È una scelta che si fa. Dall’alto della sua qualità ed esperienze deve far vedere il suo valore quando viene chiamato a giocare. Domani vedo una partita molto difficile, sarà come essere soldati in un videogioco che vengono mandati da qualche parte per conquistare una posizione. O vai lì e spari per prendere la posizione o ti sparano loro. Sarà una partita così”.

Lei spesso ha parlato di leggerezza talentuosa. Rispetto al match di Cagliari quanto dovrà essere diverso il Napoli? Quali sono i principi a cui si ispira per le rotazioni? “In generale noi non dobbiamo farci caratterizzare da cose che avvengono qualche volta. Dobbiamo far leva sulle nostre numerose qualità che ci hanno portato dove siamo in classifica e al match contro il Barcellona. Sicuramente nella partita di Cagliari non siamo stati bravi a portarla su un binario di leggerezza talentuosa come la chiama lei. Non siamo giocatori fisici da contrasto aereo ma da palla a terra. Il Barcellona è una delle squadre più forti al mondo anche senza messi ma possiamo far vedere il nostro gioco. Il nostro obiettivo è di essere una squadra che rimane impressa nella mente degli sportivi. Me lo dica che rotazioni dovevo fare a Cagliari? Me le dica le allusioni alle pre tattiche? Nessuna. Che rotazioni si fa a centrocampo? Nessuna. Poi si deve vedere avanti. Se un calciatore viene da un infortunio che lo ha tenuto 3-4 fuori partite è difficile metterlo dal primo minuto, soprattutto se si parla di problemi muscolari. Si cerca di mettere in campo una partita con un po’ di equilibrio, ogni tanto sbagliando. Vince chi sbaglia meno”.

Chi è la favorita? Qual è la lezione più importante che ha avuto a Cagliari? “Non c’è favorita. Questa partita porterà all’eliminazione di una delle più forti di questa competizione. Entrambe mireranno a non arrivare ai supplementari. La lezione che abbiamo ricevuto sono le cose che metteremo in campo che faranno vedere a tutte le tv e tutte le persone che ci guardano quanto per noi è importante questa vittoria. È il modo in cui ci comporteremo nella partita. A Cagliari si è visto che c’era più fame di salvezza che di scudetto. Poi vedremo se queste partite da sogno sono in realtà le partite che aspettiamo sin dal momento in cui abbiamo avuto il primo pallone per giocare da bambini”.

Decima partita in 51 giorni senza contare le nazionali. C’è rischio di affaticamento mentale? “È la testa soprattutto che fa i muscoli forti, i nervi forti. IL poter valutare anche la trasferta di Cagliari di lunedì è per avere un tempo più diluito. Poi lo stare fermo 1 ora in aereo prima di partire da Cagliari e tornare alle 3 contribuisce. Il calcio è questo qui, noi non dobbiamo avere timore delle partite ravvicinate, poi se hai qualche calciatore in più diventa più facile fare rotazioni. In questo momento non si possono fare. Sta tutto nella forza di volontà dei giocatori, si procurarsi questa postura sistemandosela prima di arrivare ad un evento. Non c’è tempo di recuperare da tutte le parti. Oltre ad essere attrezzati come società bisogna reagire, bisogna essere teste forti, solide pensanti”.

Su Insigne: “È una nota buona, come è una nota buona aver recuperato Politano, che Fabian non si sia complicato l’indurimento muscolare, è un nota buona il non aggravarsi del problema al ginocchio di Osimhen, è una nota buona che il colpo alla testa di Di Lorenzo si sia scongiurato. Malcuit ha avuto un problema fisico e per due o tre settimane non ci sarà. Noi siamo a posto. Possiamo mettere in campo una squadra forte con sostituzione che possono aiutare. Lorenzo partirà dall’inizio e ha le capacità di indirizzare il risultato di una gara così importante”.

 Maradona domani da che parte starà? “Ho letto molto di Maradona e l’ho visto spesso quando è stato chiamato in causa. Lui sceglieva sempre dove stare, non aveva problemi a schierarsi. Sono convinto che domani sera, visto anche il livello di qualità del Barcellona, proverà a stare buono ma verrà dalla nostra parte. Noi non avremo dentro la partita un calciatore di questo livello per rompere gli schemi ma tutti insieme possiamo diventare una squadra degna di Maradona e sarà lì pronto ad applaudire le bellissime giocate. Lui era abituato a quelle giocate spettacolari lì e lui le vorrà vedere essendo spettatore”.

Sul gesto di Osimhen dopo il gol a Cagliari: “Lì ha fatto vedere di essere uno in sintonia con questo modo di incazzatura animale che bisogna avere in certe situazioni come lo aveva Maradona. Lui ha questa ferocia quando ti viene addosso. Sono un po’ caratteristiche come quegli strappi da centrocampo che devi andare a supportare. Non è facile. Bisognerebbe che avesse una pausa in fondo per farci arrivare vista la sua velocità. Bisogna avere la squadra compatta, corta. Le sue sono qualità super che non è facile trovare”.

Il Napoli è a +10 dall’Atalanta ed è in corsa per gli ottavi di Europa League ma il pareggio di Cagliari ha fatto sprofondare l’umore dei tifosi. Come mai? “L’Atalanta ha una partita in meno, però poi noi dobbiamo avere, dare la priorità al fatto che questa squadra resti memorabile nella mente dei tifosi. La società vuole costruire un gruppo che rappresenti i desideri della piazza. Non bisogna accontentarsi della posizione in classifica, non è quella corretta, quella corretta è quella che andremo a guadagnare dopo aver vinto. Dobbiamo sempre andare a pigiare quelli davanti perché vogliamo il posto. Così si capisce se i tifosi hanno delle ambizioni più forti delle nostre. L’atteggiamento deve essere che niente è impossibile e, quello che lo è, è possibile per dio che sta con noi”.

Lei ha rivitalizzato giocatori come Juan Jesus Rrahmani e Lobotka. Perché non c’è riuscito con Ghoulam? “Io non ho nessun merito, cerco di allenarli in modo corretto, ma i meriti sono sempre loro. In questo caso è un mio demerito, Ghoulam l’ho limitato io facendo scelte differenti mentre lui fa vedere di essere un professionista che dovrebbe guadagnare più attenzioni con il comportamento che ha. Sono convinto che nel pezzo di partite che resta riuscirà a ritagliarsi lo spazio che merita”.

Su Traoré e Dembele: “Non lo so, questa è una domanda che va fatta a Xavi, devo essere pronto a giocare contro chiunque e ci metterei anche Ferran Torres. Quando si ha calciatori di quel livello lì non si riesce a capire quale sarà l’espressione durante il match. Dobbiamo fare leva sulle nostre qualità. Dobbiamo essere convinti di avere la forza necessaria a determinare un destino importante invece di sparare che propongano poco che è un pensiero da persone deboli”.

Questa gara di ritorno come la definisce? “Siamo ancora dormendo, il sogno si deve completare perché poi non c’è da fare alchimie strane, c’è solo da andare a prendere delle decisioni, andare a giocare dal basso quando ti vengono a pressare. La nostra strada è quella lì e bisogna credere di poter sviluppare l’azione come sappiamo fare noi. Bisogna attaccare la linea difensiva visto che sono tra le squadre più corte della Liga. Sono il Barcellona anche senza Messi. Per fare risultato, e lo vogliamo fare prima del 90’, ci vuole una squadra serie che sa dove vuole andare”.

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