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SPALLETTI IN CONFERENZA: “DICO SEMPRE AI GIOCATORI ED AI MEMBRI DELLA PANCHINA CHE BISOGNA SAPER ACCETTARE ALCUNI ERRORI ARBITRALI”.

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Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match contro l’Atalanta:

Sugli infortuni: “È fondamentale restare uniti e proteggere la squadra. I ragazzi hanno già dimostrato quanto tengono a questa maglia e si vede a tutti gli allenamenti che hanno questo pensiero. Non c’è migliore occasione di quando ti capita di giocare. Scherzando con quelli che rimangono fuori capita di dirgli guarda che stavolta ti mando a giocare. Ora capita l’occasione e non c’è meglio situazione di questa per vedere se ci si lascia spaventare o se si va a trovare nuove energie e nuove risorse. Poi quello che diventa fondamentale è che noi si abbia bene in testa come un chiodo fisso che noi siamo il mezzo per raggiungere la nostra felicità e quella di tutte le persone che ci stanno vicine e ci vogliono bene. Per cui quando tocca a noi bisogna far vedere che si ha questo potere.”

Senza 5 titolari sarà molto dura. Una vittoria può essere un tassello importante per lo scudetto? “Allora si passa da un eccesso ad un altro. Prima si dice che è quasi impossibile e poi si passa allo scudetto. Possiamo stare al vostro fianco quanto volete ma non siamo dei polli. Siamo partiti con obbiettivi molto chiari, poi si vedrà a cosa porterà il nostro viaggio. L’Atalanta è un cattivo cliente. Io dico sempre che ho una rosa forte anche se, parlando di completezza di squadra, ci sono altre molto più forti. L’Atalanta sa bene dove vuole andare, è una squadra tosta. Abbiamo caratteristiche che gli possono creare problemi. Bisogna vedere se si riesce a condurre la partita. Dobbiamo cercare di non essere passeggeri se no ci portano a sbattere dove vogliono”.

Rispetto all’emergenza infortuni e sulla squalifica: “Il mio stato d’animo è sempre lo stesso. Sono convinto di avere a livello di squadra delle potenzialità ma facciamo un passo alla volta. La squalifica faccio fatica a sopportarla, vengo cancellato dal mio mondo, io vivo per fare l’allenatore e stare vicino alla squadra. Poi c’è da dire che, quando io spedo del tempo nelle riunioni per parlare del comportamento da avere in campo ed in panchina, dico, ai calciatori soprattutto, di non provocare gli arbitri e di saper accettare alcuni errori arbitrali. Anche io sbaglio dei cambi o sbaglio nel chiedere qualcosa tatticamente come gli arbitri possono sbagliare alcune decisioni. Io ho sbagliato ed è giusto accettare la multa che dovrò pagare. Bisogna anche sapersi trattenere. Però il fatto di star fuori mi disturba e mi dispiace, a me piace vivere la partita, starci dentro, anche nelle complicazioni. Per quanto riguarda gli infortunati, vista la frequenza con cui si gioca, è un viaggio verso l’ignoto. Noi siamo sotto tempesta in maniera più precisa visto che oltre agli infortuni abbiamo avuto anche il covid. Se ti tocca mettere dentro calciatori negativizzati 3 giorni fa risulta difficile avere una risposta come ti aspetti. Ancora di più gli si fanno i complimenti”.

Per certi versi contro l’Atalanta è ideale il Napoli che abbiamo visto domenica scorsa. Proprio quella prestazione potrebbe aver fatto male a livello mentale? “È quello che vogliamo fare, mantenere il possesso palla. Dobbiamo riuscire a gestire maggior parte della partita. Se la gestiscono gli altri ti portano ad essere un po’ sparpagliati vista l’ampiezza con cui gestiscono palla. Poi la chiudono in molti l’azione e sono bravi nelle palle alte con la fisicità di quelli avanti. Abbiamo tentato di farlo negli ultimi venti minuti contro il Sassuolo ma non ci siamo riusciti, per un motivo o per un latro. Quando si recupera palla bisogna sforzarsi di creare una controffensiva senza accontentarsi del possesso”.

Su Demme e Politano: “Bisogna fare delle valutazioni. Si porterà dentro anche le possibilità scientifiche che abbiamo per valutare delle cose. Significherebbe darle informazioni aggiuntive sulla formazione, alcune cose è meglio tenere per noi”.

Sullo Stadio: “Ho parlato con ADL e lui è molto disponibile a far si che lo stadio sia pieno. È chiaro che quando si vive lo stadio bisogna comportarsi bene. Bisogna andare a prendere le cose che ci fanno divertire e che ci danno la possibilità di prendere le cose che ci danno sostegno. In società stanno lavorando. I calciatori hanno anche necessità di sentire lo stadio pieno”.

Su Juan Jesus e Mertens: “Juan Jesus diventa facile perché lo conosco da diverso tempo. La cosa più significativa è come viene accolto un calciatore quando entra nello spogliatoio. Già si è fatto conoscere ed apprezzare per le qualità e per la persona. È chiaro che il farsi trovare pronti fa la differenza per chi ha giocato meno. Ha le caratteristiche per fare i cuoi compiti. Mertens domani il capitano, sarà lui ad indicare la strada”.

Quanto l’esperienza fatta con Torino e Verona può aiutare la squadra? “Diciamo che è un mezzo importante per allenarsi. Sono convinto che aiutare la squadra oltre che il confronto individuale è il massimo. Qualche volta se si vanno a sforzare troppo i due sensi qualcosa si va a perdere. In allenamento è perfetto. Ti abitui ad una foga che poi porti in campo. Anche la costituzione fisica fa la differenza. È difficile trovare un giocatore dell’Atalanta più piccolo di 1.90”.

Sulla fase di nessuno: “Secondo me un calcio di rinvio è una fase di nessuno. La fase di possesso la fase di non possesso e poi la fase di nessuno. Spesso si vede anche sulle rimesse laterali. Ci sono quei duelli in cui ti vanno a marcare a uomo e non sai come andrà a finire la gestione della palla. Non conta la stazza ma la forza che metti in un duello”.

Su Gasperini: “Mi piace tutto di Gasperini. L’ho visto allenare e ci sono andato a cena assieme. Lui è stato il primo ad andare su una strada di gioco diversa da quella che si era vista fino a quel momento e abbiamo visto dove ha portato l’Atalanta in questi anni”.

Sulle ultime prestazioni: “Quello che traspare e che si è buttato via delle possibilità. Gli ho ricordato cosa hanno fatto fino a qui e non devono farselo ribaltare da nessuno. Quelli non dicono la verità ma fanno i tifosi di altre squadre. Dobbiamo saper bene che abbiamo fatto un buon calcio e tanti risultati. Abbiamo una discreta classifica”.

Lei ci sta dimostrando che questo Napoli può offrire diverse opzioni tattiche. Il lavoro più grande lo sta facendo sulle gambe dei calciatori o sulla testa? “A me non è mai piaciuto quando i calciatori hanno molte soluzioni che poi vengono accreditate a me. Quando ti vogliono mettere uno psicologo vicino che parla con la squadra, anche se alcuni concetti che vuoi dire li toccherebbe meglio, non mi piace. Si cerca di fare tutte e due le cose anche se alle volte si rischia di andare a creare un fardello nella testa dei giocatori”.

L’Atalanta può vincere lo scudetto? Domani è favorita? “Si può ambire allo scudetto. Così come quelle del condominio. Non me ne frega niente del favorito. La mia squadra può vincere la partita”.

Molteplici soluzioni. Il grande dubbio è Elman/Demme? “Questa volta non la posso accontentare. Domanda di riserva”.

Contro una squadra fisica come l’Atalanta, è meglio mettere più qualità nel palleggio? “È quello che abbiamo detto, il palleggio deve fare la differenza per noi. Anche loro lo sanno fare molto bene e sanno farti male. Il possesso palla nello stretto è quello che farà la differenza”.

Su Ounas. I tagli di Di Lorenzo e Mario Rui posso essere un’arma per contrastare i duelli uno contro uno? “Ounas è pronto, mi è dispiaciuto non averlo fino ad ora. Mi è dispiaciuto ancora in occasione dell’infortunio di Koulibaly perché era la soluzione giusta in quel momento. Lui è molto potente, ha forza. Quando ha l’avversario dietro non se lo fa montare addosso, lo tiene a distanza. I tagli in mezzo al campo dei terzini lo fanno un po’ tutti ora. Si va a prendere la posizione del mediano se l’esterno viene più basso. Sovrapposizioni interne e non solo esterne”.

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