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SPALLETTI A KKN: “GARA COME CAGLIARI E VENEZIA NON SONO DIVERSE DA BARCELLONA ED INTER. DOBBIAMO GIOCARE SEMPRE DA NAPOLI”

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Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato della sfida contro il Cagliari, in programma lunedì ore 19 presso l’Unipol Domus, ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli:

Sulla personalità del Napoli: “Chiaro che quando si tratta di fare un’analisi si va sempre un po’ a costatare quello che è successo nei momenti difficili. Questo Napoli un po’ di sua storia la sta costruendo. La sua personalità la sta facendo pezzo dopo pezzo, sta mettendo davanti a sé quello che sa fare. Posso dire che ora abbiamo più consapevolezza”.

Il pareggio a Barcellona ha aumentato questa consapevolezza? “Chiaro che mettere timore squadre di questo livello, io ci metterei anche un bel pezzo del match contro l’Inter e la vittoria a Venezia, che è stata una partita insidiosa. Chi ha giocato a calcio conosce che non era una partita facile da portare a casa. Quando hai dimostrato in queste partite che lo sai fare lo dimostri anche a te stesso. È una cosa acquisita, non si torna più indietro. Si deve andare avanti”.

C’è un aggettivo che si può utilizzare per la prestazione di Koulibaly a Barcellona? “Con lui son finiti gli aggettivi. Probabilmente se penso a quella partita lì dico spaventoso. Prima l’ho conosciuto poi l’ho apprezzato e ora inizia a spaventarmi per la calma e l’autorità che ha dimostrato in un campo come quello del Barcellona. Si fa trovare sempre pronto nel punto giusto. Spaventoso, per la qualità e le capacità di sintesi nelle partite, mi sembra giusto”.

Sotto il piano pratico, c’è un bilancio da fare dopo l’Inter ed il Barca? “Io lo chiamerei una presa d’atto. Uno stato d’animo e della mente. Vedo la squadra crescere, giocare al pari con grandi club a livello mondiale. L’averla vista giocare con fiducia e divertirsi in momenti positivi e soffrire quando c’è stato da soffrire mi fa sentire in sintonia con i calciatori che alleno, con l’ambiente e con me stesso. La riga la tirate voi e fate voi il bilancio. Io sto bene così”.

Sul Cagliari: “Io non cambio risposta o pensiero. Per me o il Cagliari o il Venezia o Il Barcellona e l’Inter il concetto resta lo stesso. Dobbiamo riuscire a fare il Napoli. Ci basta proporre il nostro livello di calcio per essere felici. Solo chi non sa niente di calcio calpestato può pensare che si ana partita con meno insidie rispetto alle ultime due giocate. È una squadra in fiducia che si è rinforzato. Sono in sintonia col suo allenatore, e Mazzarri lo conosciamo. Le insidie ci sono tutte e dobbiamo essere allo stesso livello delle ultime gare giocate”.

Si può alzare l’asticella sugli obiettivi? “Non lo so, noi vogliamo sempre giocare per il massimo ma partita dopo partita. Non si possono fare calcoli alla lunga distanza. Il nostro futuro dipende da quello che si fa nel presente. Io sono entart9 nel vivo del campionato dalla prima giornata. Ora vorrei tredici gioie, tredici figate, e le vorrei pure di fila. Si dice vedi Napoli e poi muori… e se va a finire così sono pronto”.

Su Osimhen: “Se Koulibaly ci spaventa Osimhen ci può sembrare stratosferico sul punto di vista delle possibilità. Io mi esalto al pensiero di cosa può diventare. Mette curiosità. L’avete vito nell’ultima partita con gli strappi di 40 metri portandosi dietro tutta la difesa avversaria. È abbastanza vicino dal poter mettere questi cross pennellati che gli mancano. Il primo a convincersene deve essere lui. Oltre a essere impressionante per questi 40 metri può fare molto altro. I compagni dovranno imparare ad essere all’altezza di uno così. Giocare con calciatori come Insigne, Koulibaly, Osimhen, Fabian e tanti altri significa sapersi farsi trovare pronti. Giocando con questi talenti se costretto a migliorarsi. Anche io devo migliorare per stare al passo con questi calciatori”.

Sulla situazione dell’infermeria: “Per i quattro infortunati la partita di Cagliari è impossibile. Per il Barcellona si dovrà valutare, ma temo che solo Politano possa recuperare. Si dovrà valutare nelle partite successive. Ogni volta che ci dicono che siamo tutti ne succedono di tutti i colori”.

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