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RRAHMANI SI RACCONTA IN UN INTERVISTA AL ROMA

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Amir Rrahmaniha rilasciato un’intervista in esclusiva al quotidiano il Roma. Una lunga chiacchierata nella quale il difensore azzurro ha spaziato su vari argomenti partendo da una sua rivincita personale: “Sapevo che era difficile esprimermi in una grande squadra. Soprattutto perché venivo da un Verona che difendeva a tre e marcava a uomo. Ma conoscevo le mie qualità e quando ho cominciato ad avere continuità i risultati si sono visti. Adesso è arrivato il momento di capitalizzare tutto quello che di buono sto facendo migliorando le prestazioni. Dico da sempre che se fossi stato italiano avrebbero parlato tutti di me. A quanto pare la mia nazione non è famosa calcisticamente parlando. Significa che devo impegnarmi ancora di più in modo tale da costringere la critica a seguirmi”. 

Ambizioni e sogni nei pensieri del kossovaro: “Vorrei regalarmi un sogno, che poi sarebbe di tutti i tifosi. Ma non mi faccia pronunciare la parola perché qui ho imparato ad essere scaramantico. Giochiamo sempre per vincere, quello che succederà non lo sappiamo. Speriamo che accada qualcosa di bello”.

Dopo Koulibaly, il suo compagno di reparto è diventato Juan Jesus: “Ci siamo inizialmente studiati, poi dopo le prime due gare siamo migliorati. Ora sappiamo come giochiamo. Ci capiamo bene, sappiamo come gestire i movimenti. Juan è esperto, sta in Italia da dieci anni e ha giocato sempre in grandi squadre. Poi finalmente ha segnato”.

Rrahmani e Manolas accomunati dalla stessa esperienza: “Kostas ha vissuto la mia stessa situazione alla terza giornata di campionato quando permise a Morata di andare in vantaggio. Il calcio, purtroppo, non è una scienza esatta. Non puoi mai sapere cosa potrà succedere. L’importante è rimanere sempre umili e provare a dare tutto durante gli allenamenti. Io l’ho fatto e oggi mi godo il grande momento”.

Con le voci di mercato che vorrebbero molte pretendenti alla porta di Koulibaly, l’ipotesi che proprio Rrahmani possa essere l’erede del centrale africano si va sempre più probabile e la cosa non sembra spaventare il giocatore: È una responsabilità grossa perché Koulibaly è Koulibaly. È il leader. Ma se dovesse accadere non ci sarebbero problemi. Quando si cresce aumentano le responsabilità e quindi sono pronto. Per me sarebbe un privilegio”.

Sulla sua esperienza con il covid il difensore racconta: “Personalmente sono stato asintomatico e quindi mi sono potuto allenare a casa tranquillamente. E sono rientrato velocemente. È fondamentale vaccinarsi in modo tale da evitare problemi”.

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