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NAPOLI, SENTI CALZONA: “DI LORENZO UNO DEI MIGLIORI, SUL FUTURO..”

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A poche ore dal confronto interno contro la Roma, nella mattinata odierna è intervenuto ai microfoni di DAZN il tecnico del Napoli, Francesco Calzona. Numerose le tematiche trattate dall’allenatore del Napoli, il quale ha svelato diversi aneddoti e curiosità interessanti su alcuni azzurri e sul presidente De Laurentiis. Le sue parole:
Debutto col Barcellona? “Quel giorno son successe talmente tante cose che finché non ho stretto la mano a Xavi, non m’ero reso conto della partita che andavamo ad affrontare. Ma è stata una grande emozione esordire sulla panchina del Napoli contro il Barcellona: è qualcosa che non succede tutti i giorni.

Sulla vittoria con la Juve: “Chiaro che la soddisfazione principale è stata rendere felici per una sera tutti i tifosi del Napoli, almeno per una sera. A me principalmente interessavano i tre punti, ma è chiaro che farli contro la Juve mi ha dato grande soddisfazione, principalmente per i tifosi conoscendo la rivalità contro la Juventus. Vedere i tifosi uscire dallo stadio felici mi ha reso soddisfatto. Tanti amici juventini, amici stretti, vengono a vedere il Napoli e fanno il tifo per il mio Napoli. C’è un mio amico tifosissimo juventino che m’ha aspettato dopo la partita e piangeva dalla gioia: è stata la più grande soddisfazione, far piangere uno juventino dalla gioia dopo la sconfitta della sua squadra, chiaramente perché era contento per me!”.

Su De Laurentiis: “Il presidente l’ho sentito nel viaggio mentre venivo a Napoli, lui è un fiume in piena. Mi ha detto tantissime cose, con me si sta comportando benissimo e non è assolutamente invadente. Con me è molto gentile, sono felice del rapporto che ho con lui”.

Sul Napoli: “È stato il Napoli la squadra che tifavo da bambino, venivo a vedere da piccolo le partite allo stadio: venivo con i miei amici, eravamo minorenni e salivamo sui treni per venire qui. Avevo il mio idolo che era Massimo Palanca, c’era un motivo in più per venire a vedere le partite. Ora allenare il Napoli è per me motivo d’orgoglio. Questa è la terza volta che torno a Napoli, ma non mi sono mai staccato: mi sento sempre in debito, perché ogni volta che vengo è una festa! Viviamo un periodo non bellissimo ora, ma è poca la gente, quasi nessuno quando cammini per le strade che ti critica, anzi ti dà una pacca sulla spalla. Tutti. Non credo succeda da tutte le parti”.

Su Kvara e Osimhen e sul Pallone d’Oro: “Madre natura gli ha dato delle qualità sopra la media, io gli sto molto addosso perché cerco di fargli capire che il calcio è anche altre cose. Lui e Osimhen sono giocatori fantastici, è un piacere allenarli perché hanno qualità tecniche e fisiche importanti, anche Kvara. Quindi per me è una soddisfazione. Possono ambire alo Pallone d’Oro, ma devono migliorare ancora tanto perché vincere il Pallone d’Oro è qualcosa di grandioso. E secondo me qualcosina gli manca, sta a loro capire gli stimoli che gli posso dare io o gli altri allenatori per migliorarsi e raggiungere l’obiettivo che è l’apice per un allenatore”.

Su Lobotka: “Un ragazzo di una intelligenza unica, in campo e fuori. In campo, non c’è bisogno di dirgli nulla, di ripetere l’esercitazione: dopo la prima volta ha già capito cosa fare, per un allenatore è eccezionale. Un professionista serio, arriva al centro sportivo alle 8 e va via fra gli ultimi”.

Su Di Lorenzo e sullo scudetto conquistato: “Giovanni è uno dei migliori terzini d’Europa, a questo abbina la sua semplicità nei rapporti, le sue qualità umane uniche. A me piacciono le persone come lui, silenziose e che parlano poco. Accetta tutte le proposte, è quasi timido quando gli parli. Ed è stato il capitano di uno scudetto storico, come tutti ha subito un po’ quest’annata travagliata ma 5-6 mesi non al massimo non cancellano le sue qualità umane, il suo attaccamento al Napli e le sue qualità tecniche che sono immense.

Sull’Europeo e sulla mania dei videogame: “Noi l’obiettivo con la Slovacchia l’abbiamo già raggiunto: non possiamo pensare di arrivare chissà dove, ma abbiamo gli obiettivi di passare il turno, poi se passiamo proveremo ad andare avanti. Ma se non dovesse essere così, non è un fallimento. Ai calciatori chiedo professionalità, poi sono liberi nel tempo libero di fare ciò che meglio credono!”.

Sui giovani allenatori: “Senza andare fuori dall’Italia, a me piace tantissimo Thiago Motta! Perché la sua squadra ha un’identità chiara, rispecchia le idee dell’allenatore: si vede che hanno idee ben precise, con una squadra giovane. A me piace tantissimo quando una squadra gioca allo stesso modo in casa e fuori e ha un’identità chiara”.

Su De Rossi: “Sta dimostrando che è vero che già da giocatore era un allenatore, hanno più competizioni e ha fatto tantissimi punti in poche partite: posso dirgli solo bravo!”.

Sui migliori calciatori dell’era De Laurentiis: “Mi vengono in mente Cavani, Lavezzi, Hamsik, Higuain. E poi Mertens-Insigne-Callejon. Hamsik è secondo me l’eleganza, la bellezza. Avrei pagato 50€ ogni allenamento: era una soddisfazione vedere le sue movenze. Di destro e sinistro calcia allo stesso modo, è elegante nella corsa. Siamo molto amici, amo il suo carattere: riesce a comunicare senza parlare, mi piace tantissimo come persona”.

Sul sogno futuro: “Ho realizzato uno dei miei sogni realizzato, diventare allenatore del Napoli. Non chiedo niente di particolare: continuare a fare questo lavoro, ho una bellissima famiglia e la salute. Non chiedo altro”.

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