In attesa che venga consegnato il Premio Bearzot a Luciano Spalletti, riconoscimento istituito nel 2011, un anno dopo la scomparsa di Enzo Bearzot, tecnico che portò l’Italia a vincere il suo terzo titolo mondiale nel 1982, per il miglior allenatore istituito dall’unione sportiva Acli in collaborazione con la Figc, prima del tecnico ha preso la parola il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Queste le parole del presidente degli azzurri, che ha parlato così, sottolineando il lungo percorso che ha preceduto l’arrivo del tecnico toscano sotto l’ombra del Vesuvio: “Sono felice per il premio vinto da Spalletti. La mia è stata una felice intuizione. Ho dovuto depistarlo. Gattuso in quel momento non si sentiva bene e andai a Milano al Bosco Verticale per incontrare Spalletti, che avevo sentito già prima che andasse alla Roma e disse di no. Venne ad aprirmi e gli dissi: “Luciano ho un grosso problema, se non si dovesse sentire bene Gattuso ho bisogno di te’”.E lui: “No, a giugno vengo”. Alla fine gli strappai un sì anche per l’immediato se fosse servito. Poi siamo andati avanti fino a giugno perché sono un gentiluomo e non ho voluto segare Gattuso. Forse sarei andato prima in Champions se l’avessi fatto. Nel frattempo per depistare tutti passai per Conceicao, per Allegri che venne per quattro volti a farmi lezione di calcio nei miei uffici e poi alla fine venne il bravo Luciano a riportarci tra i primi tre in Italia e anche quell’anno, lo scorso, poteva accadere qualcosa di diverso. Scudetto? Se le regole del calcio fossero diverse forse lo scudetto lo avremmo portato a Napoli già altre volte. Spalletti resterà a Napoli. Dei giocatori restano tutti? C’è sempre la proposta indecente, i numeri li fanno gli altri. Noi aspettiamo. Sono dei ragazzi straordinari. I miei contratti sono unici, vengono dal cinema, quindi nessuno si muove se noi diciamo di no. Vedremo”.