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MARCOLIN: “LA FORTUNA DI FABIAN E’ ANGUISSA, SENZA DI LUI NON SO QUANTO POTRA’ FARE BENE”

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Dario Marcolin, ex calciatore ed ora cronista tecnico Dazn, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di 1 Station Radio:

Su Fabian Ruiz: “La fortuna di Fabian Ruiz è Anguissa, senza il camerunense vedremo quanto bene potrà fare lo spagnolo. La coppia è ben assortita: il numero 8 gioca per il 97% in fase offensiva, avendo il 99 alle spalle che lo copre questo non compromette l’equilibrio”.

Sull’Europa League: “Napoli e Lazio si sono complicate la vita, incredibile che lo Spartak abbia segnato cinque reti ai partenopei, ma sono cali di concentrazione che chi è focalizzato sul campionato può avere. Siamo ad un punto in cui gente come Di Lorenzo e Barella hanno già giocato più di venti partite a testa, la proiezione ci dice che a fine stagione arriveranno sotto le settanta. Stesso discorso per Insigne: è il miglior esterno in Italia, ma sta attraversando una fase di appannamento”.

Sulla Lazio: “Ha avuto una metamorfosi in seguito a quello che chiede Sarri rispetto ad Inzaghi. Il nuovo tecnico ha dovuto usare il pugno di ferro con Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Con l’innesto di Cataldi hanno trovato dinamismo, che si mescola bene con i due sopracitati, in grado di apportare tecnica e fisicità. I biancocelesti, così come il Napoli, sono bravissimi a giocare la palla, ma sono carenti in fase difensiva. Palla a terra sono entrambe bravissime, ma bisogna essere bravi quando la palla ce l’hanno gli avversari”.

Sul momento del Napoli: “Il problema dei partenopei non è la coppia Rrahmani-Koulibaly quanto più il fatto che spesso la squadra si allunga ed allarga. Quando tra i centrali e l’attaccante ci sono cinquanta metri, gli avversari si inseriscono. Secondo me, con la mancanza di Osimhen giocheranno sia Petagna che Mertens, con il belga dietro l’ariete italiano. In questo campionato si parlava solo del Napoli di Osimhen, ed è ovvio che senza il nigeriano bisogna inventarsi qualcosa di diverso. Spalletti, quando affronterà avversari col centrocampo a due, proporrà il 4-2-3-1 o il 4-3-3. Quando, invece, si troverà di fronte un centrocampo a tre, sarà preoccupato dal Brozovic di turno, dunque, chiederà a Mertens o Zielinski di andare su quell’avversario. Domenica potrebbe essere Cataldi. Una cosa è certa: col 4-2-3-1 bisogna chiudere il primo tempo in vantaggio, perché nella ripresa non si riesce a tenere quel ritmo e, inevitabilmente, si cala”.

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