Stanislav Lobotka, centrocampista del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in un’intervista, dai toni scherzosi, a Inà Liga Podcast datata 7 novembre 2025. Di seguito un estratto di quanto detto dal calciatore slovacco:
“Kevin è un grande professionista. È venuto con un atteggiamento molto umile, non si comporta mai come una stella, non guarda nessuno dall’alto in basso. Si è subito messo a disposizione del gruppo e dell’allenatore. Gli ho anche detto: “Tu hai avuto Guardiola, e ora hai Conte due mondi completamente diversi.” E lui si è messo a ridere e mi ha detto: “In dieci anni al City non ho mai corso così tanto.” Gli ho detto: “Allora complimenti, benvenuto all’inferno.” E davvero, dopo i primi allenamenti, è venuto da me e mi ha detto: “Non mi aspettavo che fosse così intenso. Pensavo di essere pronto, ma qui non si respira mai.” Però poi, come lo conosco io, non si è mai lamentato. Anche se era stanco morto, non diceva niente, faceva tutto quello che gli veniva chiesto, e al cento per cento. È uno che non cerca mai scuse, non chiede pause, non dice “sono vecchio”, niente di tutto questo. E questo per me è ammirevole, perché con la carriera che ha avuto, potrebbe anche dire “mi alleno a metà”, ma lui no, va sempre a tutta. E gliel’ho detto: “Kevin, guarda che rispetto per quello che stai facendo. Non so se io al tuo posto avrei avuto la forza di venire qui, sotto Conte, con questi carichi di lavoro.” E lui si è messo a ridere e ha detto: “Forse se potessi scegliere di nuovo, andrei in Arabia o in America.” Quando hai uno come lui vicino, tutto è più facile. Vede il gioco prima degli altri, ha un tocco perfetto, e anche quando sbaglia, sbaglia in modo intelligente. E io lo sento anche durante la partita a volte basta che ci guardiamo e già sappiamo cosa fare. Ed è una sensazione bellissima, perché capisci che giochi con uno che pensa come te, e che puoi fidarti ciecamente. E poi è anche un tipo simpatico, scherza, ride, non fa il divo. Una volta durante l’allenamento Conte gli ha detto qualcosa tipo: “Non così, Kevin, devi muoverti più avanti.” E lui gli ha risposto: “Mister, io mi muovo quando il corpo me lo permette.” Tutti hanno riso, anche Conte, anche se cercava di restare serio.
Una volta, Hrosovsky mi ha chiesto: “Ma Conte ti lascia qualche giorno libero quando sei infortunato?”. Gli ho risposto: “Libero? Sotto Conte il prossimo giorno libero sarà a maggio 2026, quando finiremo la stagione. Se fosse per lui, andremmo in vacanza tutti insieme.
“Ora va meglio, ma quando non giochi per un mese la condizione si fa sentire. Sono contento che il muscolo abbia retto, non ho avuto dolori nella zona inguinale.
Hrosovsky gli dice: “Guarda che se Kevin De Bruyne ti scrive per chiederti com’è Conte, tu digli che va tutto bene, ma che Bozeník e Strelec sotto di lui morirebbero. Se me lo chiedesse a me, io gli direi: tranquillo, ma Stanis, se glielo chiedesse a te su Instagram, tu gli risponderesti: mandami la maglia e non venire qui.”
Lobotka: “Sì, e ho detto proprio così! Ma spero che Conte non ascolti questo podcast, se no mi mette a correre per due settimane di fila”.
Stagione? La pressione è sempre la stessa. A Napoli se vinci, poi si aspettano tu faccia lo stesso. Come se lo scudetto fosse un obbligo avendolo appena vinto. I tifosi sono esigenti ma non è facile, soprattutto se giochi anche la Champions.
Napoli? Qui sto molto bene. Ma sto invecchiando. La mia vita calcistica finirà presto. Non ho aspettative eccessive. Già adesso sento che ci vuole più tempo per recuperare. Prima potevo fare tre partite in una settimana, adesso dopo due giorni sento le gambe pesanti. Con Conte è durissima. Ogni allenamento è come una partita. Io non mi voglio lamentare ma non potrò farlo per sempre.
Futuro? Il mio agente ha detto che forse il 2026 potrebbe essere il momento giusto per cambiare e penso abbia ragione. Ma non faccio previsioni”.



















