La convocazione di Caprile in Nazionale, arriva come l’ennesima beffa di un mercato nel quale il Club azzurro ha peccato nelle valutazioni dei calciatori sia in entrata che in uscita con acquisti strapagati e cessioni a prezzi stracciati. Proprio il diritto di riscatto fissato per il prestito di Caprile al Cagliari, per 8 milioni, grida vendetta: chiunque abbia dato quella valutazione all’ex portiere azzurro di sicuro ha dimostrato di capirci poco. Non ci voleva certo un operatore di mercato per rendersi conto che la valutazione attribuita a Caprile era fuori da qualsiasi logica di mercato e da qualsiasi valutazione tecnica. Resta un mistero anche l’esborso finale per il venticinquenne Lucca, che costerà 35 milioni al Napoli, mentre in uscita il Club partenopeo ha ceduto il pari età Raspadori, giocatore stabilmente nel giro della Nazionale, per 22 milioni! Ora delle due l’una: o Lucca tecnicamente è nettamente più forte di Raspadori, cosa che non ha dimostrato nei 426’ fin qui giocati oppure qualcuno ha commesso un clamoroso errore di valutazione, quasi peggiore di quello commesso con Caprile. La scarsa bontà delle operazioni di mercato del Club azzurro trovano conferma anche nei 31 milioni spesi per il difensore Beukema, poco utilizzato da Conte (598’) che lo ha messo in campo soltanto con la concomitante indisponibilità di Rrahmani e Buongiorno. Difficile capire, anche, il corposo ingaggio, 5,2 milioni, dato all’ex Bologna laddove si lesina e si tergiversa nell’adeguare il contratto di Anguissa, fermo a 3,5 milioni. Operazioni di mercato e relative valutazioni che meriterebbero di essere spiegate a chi, come me, stenta a capirle.



















