Lascia perplessi l’operazione Okafor giunto in azzurro proprio sul chiudere del mercato con la formula del prestito oneroso fissato intorno ai 2,5 milioni. Andava sostituito Kvaraskhelia, non proprio l’ultimo arrivato, e per riempire il vuoto lasciato dal georgiano, in una rosa che sta facendo i miracoli lottando a pieno titolo per lo scudetto, l’operazione sembra avere un significato soltanto per riempire numericamente un organico già corto e carente in alcuni ruoli. Difficile credere che sul mercato non ci fossero alternative migliori e prospettiche per investire i 75 milioni ricavati dalla vendita di Kvaratskhelia, come difficile comprendere le scelte fatte su tutto il mercato di gennaio: come mai non si è pensato di tamponare la lunga assenza di Olivera, magari prendendo Biraghi dalla Fiorentina andato, poi, al Torino in prestito gratuito? Come mai non è stato preso un altro difensore centrale laddove in pratica Conte può contare solo su Rrahmani, Buongiorno e Juan Jesus? Billing, che ancora nessuno ha visto, era davvero il meglio che si potesse prendere per avere un’alternativa credibile a centrocampo? I tanti interrogativi che lascia l’operato della Società su un mercato deludente, che rischia di gettare alle ortiche il grande lavoro fatto da Conte e dalla squadra, non possono trovare risposte dal giovane Direttore azzurro che domani sarà mandato a raccontare chissà cosa in conferenza stampa, ma sarebbe stato giusto che a metterci la faccia fosse stato il Presidente De Laurentiis il “deus ex machina” della Società che pare non avere fatto esperienza dagli errori passati. L’interrogativo più grande, al quale però non si potrà avere risposta se non a fine stagione, è quello legato al rapporto tra il tecnico e la società che con questo mercato potrebbe essersi incrinato.