In una lunga intervista a Dazn, il Presidente De Laurentiis ha affrontato temi inediti non toccati nelle uscite degli ultimi giorni. Anche per il giornalisti di Dazn, il campo di allenamento del Konami Center è stato lo studio virtuale dell’intervista: “Qui praticamente si respira l’aria del mare che ha una sua tonicità, siamo lontani dalla città per cui c’è anche aria non inquinata e per essere sicuro ho fatto trivellare anche i terreni fino a 20 metri di profondità ove mai ci fosse qualche cosa”.
Si passa poi a parlare di questo campionato: “ Noi siamo partiti con 11 risultati positivi, perché sono state 10 vittorie di un pareggio, ed allora forse ci siamo un pochettino troppo basati su questa partenza come se fossimo una Ferrari e poi, purtroppo, accade come successo alla Ferrari ad Imola, che sul più bello ti blocchi. Poi ci sono le varie avventure del Covid, della Coppa d’africa e c’è tutta una serie di limitazioni che non rendono facile il lavoro ed infine mettici pure che non giochi da solo ma ci sono almeno una buona decina di squadre che, rispetto a 5, 6, 10 anni fa, si sono rafforzate”.
Per De Laurentiis, una settimana al fianco della squadra in campo e con delle cene serali, ed è lui stesso che spiega il motivo: “Ho voluto vedere come vengono allenati questi ragazzi, quanto si impegnano, se c’è qualcuno che fa il lavativo, ma in questi giorni ho visto dei ragazzi perfetti, tutti impegnati, dei ragazzi che facevano la palestra, il torello, la partitina, nulla da obiettare”.
Una mancanza di forza mentale? “Sono tutte cazzate secondo me – taglia secco De Laurentiis – il fatto psicologico è importante, ma lei c’ha 25 barra 30 calciatori tutti di primissimo livello e pensabile che ci sia una mosca tse-tse che li pizzica e gli crea un problema mentale a tutti quanti? A me sembra un’assurdità”.
Inevitabilmente il discorso scivola sul tecnico: “La mia cultura calcistica è stata accresciuta come se io avessi fatto un super allenamento universitario con le esperienze di tanti allenatori diversi. Spalletti ha un contratto per due anni più un’opzione a mio favore per un terzo anno che non mi voleva firmare mi ha detto “no presidente facciamo due anni poi si vede” ed io dico “senti non mi rompere le scatole, a casa mia si fa così due anni più un’opzione per un terzo anno poi se ad un certo punto non ti va più di stare a Napoli perché stai lontana da tua moglie e da tua figlia, perché non condividi certi modi di esistere qui a Napoli o non condividi la proprietà, vieni da me, siamo uomini, io c’ho 73 anni tu ne hai 62 insieme facciamo quasi 150 anni, un secolo e mezzo, mi dai la mano e non succede nulla. Io ho scelto sempre in prima persona gli allenatori, sempre! Pensi che io Spalletti l’ho scelto nel mese di gennaio dell’anno scorso. Andai al suo bosco verticale, a Milano, a trovarlo, mi pare fosse il 20 gennaio, ovviamente tutto di nascosto”.
Anche Ancelotti era un buon allenatore: “Ancelotti è un fuoriclasse, ha avuto soltanto il torto, non so per quale motivo, di essere antipatico ai napoletani. I napoletani sono difficili: veda, se un allenatore prende la squadra per mano e va sotto la curva B e sotto la curva A, che hanno due denominazioni precise ma due cuori e culture diverse tra di loro ma sono le due curve sempre presenti allo stadio che io ringrazio, ed alza le braccia verso di loro insieme ai propri calciatori è chiaro che poi dopo tutti quanti dicono “questo è un allenatore straordinario”. Se uno questo non lo fa perché non è abituato a farlo, perché non fa parte del suo carattere, perché ha vinto di tutto di più quando faceva il calciatore, perché non fa proprio parte della sua educazione, è chiaro che non avendo questa furbizia risulta meno allineato o meno allineabile e dicono “ah questo qui non è uno dei nostri”. Il tifoso napoletano, ma il tifoso in genere, va rispettato perché ha sempre ragione anche quando ha torto, perché lui vuole vincere ed è giusto che sia così. Uno che tutta la settimana viene vessato da moglie, figli, amanti, padri, capo ufficio, quando va allo stadio, o anche in uno stadio virtuale insieme a degli amici coi quali condividere un pomeriggio o una serata davanti a un bel bicchiere di vino o un pezzo di casatiello, ad un certo punto si vuole sfogare, si vuole divertire, perché in quel momento sono tutti quanti pari e non c’è più una condizione sociale che li differenzia. Si è tutti insieme per una causa comune e quindi il tifoso in questo ha sempre ragione”.
Sui giocatori che vuole per il suo Napoli, il Presidente azzurro esprime un pensiero: “Io sono per i giovani. Secondo me fa parte un pò di un’antica e superata mentalità, anche delle direzioni sportive, perché sento sempre dire “ah ma quello bisogna mandarlo a giocare in serie C si deve fare le ossa, ah ma quello deve giocare in serie B per un anno”, ma dico, cavolo o lo vendiamo o lo facciamo giocare con noi, perché se uno è un 99 o un 2000 che devo aspettare che c’ha 28 anni per farlo giocare tu mi devi dire è idoneo e capace per fare il gioco che vuole fare Spalletti.
Un De Laurentiis che smentisce se stesso e quanti gli contestano di non volere vincere: “Mi accusano sempre che non voglio vincere lo scudetto. No! Io voglio vincere lo scudetto ma i miei capelli bianchi mi dicono che, alla lotteria dove partecipano in tanti è difficile vincere lo scudetto. Quest’anno lo avremmo potuto vincere però io quando ho iniziato ho detto: signori la priorità assoluta è il campionato, bisogna arrivare tra i primi quattro perché devo rientrare in Champions”.
De Laurentiis svela, poi, un colpo di mercato: “Avevo firmato con Ibrahimovic! Trovammo un accordo e facemmo l’accordo, però dopo due settimane dopo ci fu l’esonero di Ancelotti e arrivò Gattuso che, preoccupato per il suo lavoro forse, immagino, condizionato o condizionabile da una presenza importante come quella di Ibrahimovic mi disse “presidente lei ha scelto me si fidi di me non abbiamo Ibrahimovic”. Io chiamai il buon Mino Raiola e gli dissi “senti non so come dirtelo ma quell’accordo che abbiamo fatto… “ e lui mi rispose “Aurelio non c’è problema lo porto al Milan”.
Sull’apertura del mercato estivo e sulle voci di probabili cessioni importanti ADL appare scettico: “Vediamo un attimo, perché a parlare sono tutti buoni e come diceva il “viperetta” (Ferrero ndr) mettere il denaro vedere cammello, così come anche Lotito tutti e due personaggi molto coloriti. Il Napoli sta su altri livelli. Il Napoli spendeva il doppio dell’Atalanta già sei anni fa. Il Milan potrebbe essere un giusto riferimento ma voglio dire il giusto riferimento, poi, non è il monte ingaggi ma il giusto riferimento è la qualità dei calciatori in relazione alla loro età, perché, veda, io molto spesso mi sono sentito dire “e che prendi uno che viene da questa squadra” ma perché scusami che stai dicendo io sto valutando le qualità umane, morali, culturali e tecniche di una persona che fa questo mestiere”.
Sulla scelta che si avvicina tra il dovere scegliere tra il Napoli ed il Bari, De Laurentiis pare avere le idee chiare: “Bari ha un popolo straordinario. Del Bari se ne sta interessando non il signor Aurelio De Laurentis ma il signor Luigi De Laurentis che è mio figlio ed ha fatto un ottimo lavoro Bari. C’è una legge, un regolamento, che ha fatto la Federcalcio sul quale io non sono assolutamente d’accordo. Pensi che la UEFA permette ad un figlio e ad un padre di avere due club che partecipano alle coppe europee. Se continuerà ad esistere questa, diciamo autoritaria più che autorevole, decisione di Gravina, perché l’ha fatta lui di testa sua, e noi non dovessimo vincere i vari ricorsi che sono in atto, ce ne faremo una ragione ed il Bari sarà venduto. Nel frattempo ci metteremo tutta la nostra capacità per portarlo in A dove merita di essere perché ha 1.200.000 tifosi e ci sono molte altre società che operano in seri A che non hanno tutti questi tifosi: se lei vede la parcella dello stadio reale noterà che il Bari è l’ottava squadra italiana”.