Nella conferenza stampa di presentazione della sida con il Como, il tecnico azzurro ha così parlato.
Come si gestisce questo primo posto un po’ in atteso arrivato forse troppo presto?
“Si gestisce continuando a lavorare seriamente questo è fuori dubbio. Sappiamo benissimo che siamo all’inizio del campionato e come dico sempre e come come ho detto in passato è un periodo sicuramente di assestamento un po’ per tutti quanti, il fatto stesso che in testa alla classifica si siano alternate sei squadre diverse dimostra quanto è un periodo di assestamento. Chiaramente per noi è importante, in un periodo in cui comunque c’è questo assestamento, mettere dei punti in classifica, mettere del fieno in cascina perché questo ti fa stare sicuramente più tranquillo anche nei momenti in cui magari se ci sarà qualche momento un po’ più più duro e quindi continuiamo a lavorare continuiamo a fare quello che stiamo facendo credendo nel percorso che stiamo facendo, cercando di di crescere nelle conoscenze, nella nella mentalità, nella voglia, nella determinazione ed in tutti i concetti che noi siamo facendo, dal punto di vista tattico stiamo ampliando anche altri discorsi e da questo punto di vista ti devo dire ecco che sono molto soddisfatto perché, come dico sempre, ho il piacere e la fortuna di lavorare con un gruppo che che mi dà veramente ampia disponibilità”.
Venerdì affronterà il Como che è allenato da Fabregas suo ex giocatore, impressioni sull’avversario e sull’allenatore: “Con Fabregas abbiamo vinto con il Chelsea la Premier League e la FA Cup, quindi abbiamo condiviso momenti importanti, personalmente ho sempre pensato che lui potesse poi intraprendere la carriera d’allenatore perché comunque era un calciatore che giocava in mezzo al campo ed era uno che comunque ti chiedeva sempre il perché di alcune cose, era molto curioso e sono contento per lui perché sta facendo un percorso bello e veloce e si sta dimostrando molto preparato sotto tutti i punti di vista. Il Como è una squadra oggi che indico, e credo di non sbagliare, come la squadra del momento, nelle ultime tre partite poteva fare nove punti, con il Bologna vinceva due a zero in casa, ed il Bologna è una squadra di Champions, e poi hanno subito il pareggio nei minuti di recupero e nelle altre due partite partite, comunque, sono andati a vincere in casa dell’Atalanta, che non è una passeggiata di salute per nessuno andare a giocare a Bergamo, e hanno vinto, poi, l’ultima partita contro il Verona. E’ una squadra in salute, una squadra che ha grande qualità perché ci sono dei giocatori che secondo me avranno un grande un grande futuro come Da Cunha e Nico Paz ma poi ci sono dei giocatori, lo stesso Perrone a centrocampo, ed hanno anche esperienza con giocatori come Sergi Roberto Cutrone che sta facendo veramente un avvio di campionato incredibile. Quindi sappiamo benissimo che dovremmo affrontare una squadra che ci creerà sicuramente delle grosse problematiche’ una squadra che viene qui con con grande entusiasmo e con grande autostima al tempo stesso, noi ci stiamo preparando per per cercare di non farci cogliere impreparati”.
Quanto è importante secondo lei per un club ambizioso come Napoli avere uno stadio di proprietà pensato per il calcio, con il pubblico a ridosso del campo?
“Da questo punto di vista, purtroppo, noi in Italia siamo un pochettino indietro. Io ho lavorato in Inghilterra dove, non dico che è una consuetudine, però lo stadio di proprietà così come il centro sportivo diventano degli elementi fondamentali per per la crescita di un club. Ti ritrovi anche dei club in C che hanno lo stato di proprietà ed hanno dei centri sportivi che quando li vedi neanche ci credi e rimani a bocca aperta. Ci sono stadi, comunque, come il Maradona, come San Siro, lo stesso Olimpico che comunque fanno parte della storia, ecco sono degli stadi che vengono riconosciuti in tutto il mondo ed io troverei il modo affinché possano diventare un po’ più accoglienti ma se si pensa di dover cambiare totalmente non non mi trovate favorevole. C’è San Siro ad esempio, la prima cosa che mi mi dicevano quando ho iniziato a giocare a calcio è stata che se non giochi a San Siro non potrai mai essere chiamato calciatore. Capito? Ci sono delle icone e ci sono delle strutture che devono essere sicuramente migliorate però a me dispiacerebbe se diventassero dei pezzi da museo e non venissero più utilizzati ecco però è importante sicuramente fare degli step in avanti per la crescita del club anche per cercare di portare nuovi giocatori e anche stranieri che che vogliono venire e vogliono comunque vedere le strutture “.
La condizione attuale di Lukaku considerando le sue aspettative ed il percorso del giocare che è stato differente rispetto al resto della squadra, quanto è vicino o lontano a quella condizione ottimale?
Romelu ha bisogno di lavori specifici perché comunque la sua macchina è una macchina diversa rispetto a tanti tanti altri, però adesso è un giocatore che comunque è in buona condizione e quindi è integrato alla perfezione con con i ragazzi ed il resto del gruppo, però ripeto, per me Romelu comunque in campo è un giocatore che aldilà di tutto sposta sempre con gli equilibri”
Il Como è un matricola terribile, cosa si aspetta dalla squadra?
“Noi come tutte le squadre lavoriamo per continuare sempre a migliorare sotto tutti i punti di vista, da quello tattico alla gestione della partita. Nelle scelte a volte siamo un pochettino frettolosi, non vediamo la scelta giusta ma questo, comunque, fa parte sempre del percorso però stiamo lavorando tanto. Quello che a me piace e vedere la disponibilità di questi ragazzi ad apprendere sempre di più cose nuove, a vedere durante l’allenamento o attraverso il video le cose che facciamo positive e quelle che facciamo negative, e la loro voglia di migliorarsi. Sono passati solo tre mesi e quindi ci sono dei margini di miglioramento su tutto però vedo che loro, comunque, stanno crescendo sotto tanti punti di vista non solo da punto vista tattico ma anche a livello caratteriale, a livello di di determinazione e di voglia e questo è importante”.
La settima scorsa si era parlato di difficoltà emotive da parte del Napoli in campo sapendo di poter essere primo, è un vantaggio sotto questo aspetto per lei gestire la partita sapendo che il Napoli gioca prima di tutti gli altri?
“Saremo i primi a giocare e quindi avremo la possibilità vincendo di rimanere in testa alla classifica che in questo momento, ripeto, conta poco, conta però mettere tre punti in piu in classifica che è quello importante perché le partite vanno sempre giocate, tutte le partite sono difficili soprattutto per noi che abbiamo intrapreso questo percorso. Vincere sarebbe sarebbe importante, però, come ho detto prima, affrontiamo una squadra tra le più difficili in questo in questo momento per tante situazioni: per il momento di forma, per l’autostima, per quello che stanno dimostrando e per per la forma di di alcuni di alcuni calciatori, però ci stiamo preparando bene. La pressione è una cosa alla quale dobbiamo abituarci, la dobbiamo avere sempre, dobbiamo abituarci ad averla insita dentro di noi, fa parte di un percorso sul discorso anche della mentalità vincente. È con la sana pressione, a volte anche con quella sana paura, che si alza il livello, l’attenzione alla concentrazione e non ti fa scendere in campo presuntuoso ma con grande umiltà e con denti e unghie affilate perché sai che quella partita è morte tua vita mia. A livello sportivo stiamo lavorando anche sotto sotto questo punto di vista quindi io mi auguro che questo tipo di pressione ce la porteremo fino alla fine e quindi dovremmo abituarci dovremmo abituarci a sapere che questa deve diventare una pressione positiva nei nostri confronti perché ci deve alzare la soglia di attenzione e non ci deve far sottovalutare niente e nessuno anche quello che si dice intorno perché noi dobbiamo essere bravi a tapparci le orecchie perché qualche furbetto, la pressione, ce la può mettere da fuori magari per coprire la propria squadra. Questo però fa parte del del gioco, la storia ha insegnato che gli scudetti si vincano sempre con la storia, il valore patrimoniale della rosa e il monte ingaggi, questo insegna la storia salvo rarissime eccezioni e, quindi, quando sento parlare qualcuno che vuole mettere pressione su di noi, io a quel qualcuno dico hai voluto la bicicletta adesso deve iniziare a pedalare, e a Napoli si dice “ca’ nisciun è fess”. Quindi se qualcuno pensa di metterci pressione che pensi alla pressione che si mette da solo perché ripeto ha voluto la bicicletta e adesso deve pedalare e deve pedalare pure forte”.
Sul nervosismo di Kvaratskhelia il tecnico continua: “Sinceramente non lo so se era seccato per il cambio o se era arrabbiato con se stesso però io dico che Kvara ha fatto quello che doveva fare: ha giocato, ha fatto gol ed ha fatto una buona partita. Sicuramente era un pochettino nervoso per alcune decisioni dell’arbitro, aveva preso il giallo ed avete visto che ha protestato anche abbastanza vivacemente che è insolito per lui, però questo questo nervosismo mi fa piacere perché significa che lui è presente, sente la sfida, sente la la partita e poi chiaramente deve stare tranquillo con l’arbitro perché io vedo uno molto coinvolto non solo da punto di vista tecnico ma anche dal punto da un punto di vista proprio di emotivo, sì emotivo, ed io voglio vedere i miei calciatori coinvolti così. Chi durante la partita si arrabbiano anche con con l’arbitro dopo alcune decisioni significa che ci tiene e che ha veramente voglia di fare qualcosa di bello tutti insieme”.



















