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CANNAVARO A TMW RADIO: “IL NAPOLI E’ DA SCUDETTO, LO DICONO I NUMERI. INSIGNE? GLI CONSIGLIEREI DI FARE UNA SCELTA RAPIDA, L’ATTESA NON FA BENE A NESSUNO”

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Fabio Cannavaro, ex calciatore ed ora allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di TMW Radio:

Sulla carriera da allenatore: “Tutti si ricordano del Cannavaro calciatore, di cose positive ne ho fatte tante. Ora alleno e mi è cambiato il modo di vivere il calcio. Se me lo avessero detto qualche anno fa avrei detto ‘Ma voi siete pazzi, mica mi metto a fare l’allenatore’. Ma ora sono stato preso da questa passione. Sono stato in Cina, ho allenato una delle squadre più importanti in Asia, è stata un’esperienza bellissima, sia dentro che fuori dal campo. Ho portato un po’ di conoscenze europee, sono stato coinvolto nella costruzione del centro sportivo. Ora sono rientrato in Italia, mi godo la famiglia e aspetto una nuova chiamata in Europa”.

Come ha trovato il calcio italiano? “L’ho trovato molto cambiato. Si segna molto di più rispetto a prima, perché il concetto di squadra che difende ce l’hanno in pochi. Sono stato in Inghilterra a vedere qualche partita e il nostro calcio è ancora superiore in alcuni aspetti, il loro è più intenso. Si fischia di più ora, ci si affida meno al VAR in Inghilterra”.

Calcio più fisico ora? “Sì. Si sta tornando alla marcatura a uomo. L’ho visto anche in Inghilterra, si marca in ogni punto del campo. E questo sta condizionando il concetto di calcio, si prediligono di meno i più piccoli e tecnici. Mi ricordo che anche alla mia epoca Capello che prendeva giocatori alti, forti e veloci. Spalletti, in questo momento, sta facendo un calcio molto offensivo, ma al tempo stesso difende molto. Il Milan mi piace molto come concetto di calcio, l’Inter anche con Conte aveva un gioco fatto di transizioni. La Roma ha dei buoni giocatori, Sarri alla Lazio sta portando delle idee nuove. Oggi una piccola deve provarci contro una big, a volte vedo troppa rassegnazione. C’è il Verona, il Sassuolo che fanno questo”.

Qual è il tuo calcio? “Sono stato abituato ad allenare una squadra forte, mi potevo permettere di pressare nella metà campo avversaria. Ho avuto una squadra molto offensiva, al tempo stesso però con una fase difensiva molto ordinata. Mi piace attaccare, ma mi piace anche aspettare che l’avversario venga ad attaccarmi. Sono tattico come Sarri ma più elastico come Spalletti”.

Ripartirebbe per l’estero? “È dal 2006 che sono uscito dall’Italia, l’estero ti fa crescere, ti fa vedere un calcio diverso e ti fa migliorare. Io rimango italiano, ho il concetto del tecnico nostrano ma ho esperienza estera che non guasta. Voglio trovare una squadra che mi permetta di lavorare. Italia o Inghilterra per me è uguale. Sto ricevendo tante offerte da Paesi come Usa, ma voglio aspettare, perché posso farlo. Certo non troppo, altrimenti diventa più complicato”.

Napoli da Scudetto e Juventus lontana. “Napoli da Scudetto, lo dicono i numeri. Rispetto a qualche anno fa i giocatori sono cresciuti, hanno un attaccante fortissimo, un centrocampo più solido, una difesa importante e un tecnico altrettanto. la Coppa d’Africa porterà via giocatori importanti nel periodo più complicato. Speriamo che possa tenere fino alla fine. La Juventus ha pagato l’assenza di Ronaldo, giocatore straordinario che ti permette di fare qualche errore ma i suoi gol ti permettono di nasconderli. Ora sta pagando questo. Ha Dybala e Chiesa che, se stanno bene, possono far dimenticare Ronaldo”.

Coma manca ancora a Dybala e Chiesa per essere fuoriclasse? “Per me nulla, sono due giocatori diversi, ti cambiano le partite. Forse la continuità. Dybala ha avuto troppi infortuni nell’ultimo periodo”.

Su Immobile: “La difficoltà contro attaccanti simili la trova chiunque. Ciro sono anni che fa gol, vince classifiche cannonieri. È un giocatore straordinario. Quante volte attacca la profondità? Quante volte lascia spazi per gli inserimenti dei compagni? Fa un lavoro assurdo, a volte non può fare gol ma è un attaccante incredibile”.

Quali i suoi due avversari più forti incontrati? “Dissi tempo fa Kenneth Andersson, che di testa non mi faceva mai toccare palla. Ma il più forte è stato Ronaldo ‘il Fenomeno’, che ti poteva far gol in qualsiasi momento. L’unico della mia generazione che si è avvicinato a Pelè o Maradona”. 

Un Cannavaro in Italia oggi c’è? “L’Italia ritengo sia in buone mani come portiere, abbiamo buoni terzini e un buon centrocampo e un ottimo attacco. Sono più preoccupato quando mancheranno Chiellini e Bonucci. Ma non perché non ho fiducia nei difensori di ora, ma a livello internazionale ci vogliono due centrali diversi. È una buona Nazionale per il futuro e può lottare per il Mondiale”.

Che consiglieresti ad Insigne? “Di fare una scelta rapida. Questa attesa non fa bene a nessuno, a lui, alla società, alla tifoseria. Napoli è una piazza esigenze, che ti dà tanto ma vuole tanto. Mi auguro faccia la scelta giusta ma il prima possibile”.

 

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