Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Milan:
Arrivate nel modo migliore a questa svolta? “Chi sta meglio non lo so, lo dirà la partita. Noi, per quanto mi riguarda, stiamo al meglio possibile. Poi chi sta meglio delle due squadre lo dirà la partita”.
Sentite di meritare qualcosa di più? “Noi da un punto di vista di percorso, come anche il Milan, abbiamo avuto tanti infortuni, abbiamo dovuto mettere a posto tante cose. Poi è la bravura dei giocatori di contagiarsi di quelle qualità, della determinazione di vincere. Noi ci si può fare anche l’idea di aver costruito la forza della squadra in queste difficoltà, però poi, da un punto di vista di altre situazioni, non trovo nient’altro da rispondere. Devo fare i complimenti al Milan per quello che è stato il percorso che ha fatto Pioli. In questi 3 anni insieme a Massara, che ho avuto quando allenavo la Roma, ha creato un gruppo molto forte”.
Napoli-Milan sarà una partita diversa. Quali sono le sue sensazioni? “Con che consapevolezza arrivate? Le mie sensazioni sono buone, non so gli altri ma sicuramente non possono essere più motivati di noi. Tutti insieme, anche il pubblico, stiamo mettendo su una bella storia. Penso che insieme al pubblico ci sia anche il nome di Maradona, lo Stadio, la benedizione. Si diventa ancora più forti e l’abbiamo già provato quest’anno. Con il pubblico al nostro fianco ci sentiamo bene, sarà una bella notte”.
Il calcio è fatto di episodi. La sensazione è che in questa settimana sia cambiato qualcosa in positivo. Ci può raccontare qualche suo episodio? “È sempre l’etica del lavoro. Sicuramente rispetto alla partita di Cagliari è tutto l’opposto. Ci deve essere un modo di lavorare corretto, è questo che fa la differenza. Nel nostro lavoro bisogna tirar fuori qualcosa che può determinare qualche reazione, si parla di cose misteriose che si possono ancora tirar fuori. Fabian già ha fatto vedere tiri così casomai l’imbucata di Ounas che ancora non era stata fatta vedere. Casomai c’era un po’ di nebbiolina di Insigne ad andare a nascondere le sue forme ma poi le tira fuori. Anche la determinazione della squadra di diventare un po’ più fisici in qualche momento ed andare a prendersi qualche pallone che sembra in totale controllo dell’avversario per poi trasformarlo in un gol. È sempre la qualità dei calciatori e la loro forza mentale che caratterizza i campioni veri”.
Spalletti la mattina, quando si fa la barba, glie lo dice a Luciano bravo? Domani sera se va in una certa maniera quella parola la pronuncia? “Io la mattina mi faccio sempre i capelli, non mi faccio la barba. Alle volte non mi piace la faccia che ho e quindi torno indietro. Non c’entra essere bravo o non bravo. I bravi sono quelli che vengono al campo e in base a quello che è successo non cambiano umore ed obiettivi. Non cambiano le cose che caratterizzano il professionista. Spesso si dice i miei ragazzi, no, i miei professionisti. Sono calciatori professionisti che devono render conto al sentimento della città di Napoli che brucia tantissimo, un po’ come il Vesuvio. La differenza la fanno sempre loro, con quello che è stato spesso scritto da voi che sono dei ragazzi di qualità. Bisogna ogni tanto trasformare questa leggerezza, questa qualità, in altre cose ma i materiali è difficile cambiarla al massimo si riesce a modificare qualcosa. Il merito è sempre dei calciatori. Io la posso pronunciare sempre, non è un problema. Vogliamo giocarci le nostre chances. Sappiamo che ci giochiamo moltissimo, sappiamo che abbiamo la possibilità di rendere immortali le nostre carriere con roba del genere. Non so se l’abbiamo già detto, siamo alla possibilità di essere dimenticati o ricordati per sempre. Il campionato è ancora da giocare, ci sono squadre fortissime al nostro stesso livello, ci sono tanti fattori. Io sto bene, possono essere più forti di noi ma non più motivati. Non so se basterà ma vogliamo giocarci la chance”.
Lei ha dato consapevolezza a questa squadra? “In quello che facciamo noi allenatori c’è sempre in mezzo la qualità e la disponibilità delle persone che abbiamo davanti. Quando sono arrivato tutti dicevano che prima o poi avrei litigato con quello o con quell’altro. Durante un campionato ci sono dei momenti in cui devi dire qualcosa, funziona così. Se dall’altra parte si insiste a fare nella maniera sbagliata io devo rimanere della mia posizione. Ad esempio, Osimhen non sbaglia più nelle reazioni che ha, è venuto a conoscenza che ci sono delle cose che devi portarti dietro e altre che devi assolutamente lasciare. Adesso vedo una squadra che ha abbandonato le reazioni nevrotiche e che riesce ad accettare quello che è stato per poi aspettare il momento giusto per invertire. È una risposta del carattere che hanno. Ho conosciuto dei ragazzi per bene con cui condividere molte cose”.
Cosa il Napoli può far meglio rispetto al Milan? E dove deve stare più attenta? “Oltre alle giocate, all’intuito, al talento. C’è bisogno di riempire la partita con più impatto fisico, più di noi stessi. Poi loro hanno caratteristiche che abbiamo anche noi a cui dobbiamo fare attenzione, come l’uscita corta alternata a quella lunga. Alle volte il portiere stesso la mette alle spalle della linea difensiva dove ha giocatori velocissimi e ti ribalta l’azione, un po’ come facciamo noi con Osimhen. Bisogna stare attenti e bisogna saperla usare. Bisogna alternare tutte quelle qualità di cui il calcio moderno è pieno. Non è più stare ordinati e stretti ma anche sapersi allungare ed aprire per poi andare a tirare sventagliate andando uno contro uno in mezzo al campo”.
C’è grande entusiasmo. Che voglia avete dir regalare una notte indimenticabile? “La vedo difficile che ci sia una squadra più motivata di noi e nella motivazione c’è anche questa voglia. Poi ce lo possiamo ridire la prossima volta ma è come nell’ultima conferenza dove ho detto che la mia squadra avrebbe avuto una reazione forte. Siamo determinati a giocarci l’opportunità che abbiamo davanti agli occhi. Dobbiamo essere un po’ sognatori, ci stimola ad essere ancora più vogliosi di vincere”.
Su Lobotka e Lozano: “Lozano ci sarà, Lobo si è allenato tutta la settimana e ha completato il reinserimento in squadra ma quello che dicevo prima è che io sto bene in questo momento qui c’è anche l’aver recuperato tanti giocatori, aver riempito l’allenamento di tutti quei nomi che lo fanno venire meglio. Scrivendo tutti i nomi viene meglio, la palla viaggia più velocemente, anche quelli in panchina se ne accorgono”.
Pioli in conferenza stampa ha detto che prima o poi riuscirà a battere Luciano Spalletti: “Beh in alcuni casi è meglio poi”.
Il Napoli ha costruito la sua forza negli anni. È un fondamento di cui sono a conoscenza i calciatori e lo staff tecnico? “E’ un dato che letto come lo ha letto lei dà un valore a questi calciatori ma non è che fino alla scorsa settimana fossimo molto contenti. Quello che è sicuro è che vogliamo continuare a determinare questi numeri e anche migliorarli”.
Su Elmas: “Lui è un trequartista, un sotto punta, un giocatore da zona calda, dove si va a determinare la qualità. È uno che sa adattarsi e questo lo porterà ad avere sempre più conoscenze. Magari non riesce a dire tutto il meglio di sé quando lo sposti ma essendo un ragazzo che capisce, perché capisce tutto, si tiene tutto, non dimentica nulla. Poi portato nel suo ruolo riesce a portarsi dei comportamenti da punta esterna è ancora meglio. Il futuro è con lui”.
Nel corso di questi mesi ha assunto la consapevolezza che vincere qualcosa a Napoli ha un valore moltiplicato rispetto alle altre piazze? “Nel corso di questi giorni sono stati intervistati tanti ex del Napoli che hanno raccontato cose che noi non abbiamo mai visto ma è facile immaginarsi dentro quei racconti così precisi e completi. Dobbiamo viverla con tranquillità con la consapevolezza che stiamo bene e che possiamo giocarci la nostra chance”.