Dopo il rinvio della prima udienza preliminare del processo per falso in bilancio a carico di Aurelio De Laurentiis per il caso plusvalenze di Osimhen, la Repubblica torna sull’argomento con materiale inedito tratto da alcune intercettazioni ai dirigenti della SSC Napoli.
Il quotidiano spiega come il club partenopeo avesse fissato, nell’estate del 2020, un tetto massimo di 50 milioni di euro per l’acquisto dell’attaccante dal Lille contro la richiesta di 70 milioni di Lopez, presidente del club francese, che, dunque, propone di inserire Fernando Llorente, valutato tra i 10 ed i 15 milioni, assieme ad alcuni bonus nell’operazione. Di seguito un estratto della mail inviata al club partenopeo che, secondo gli inquirenti, dimostrerebbe l’artificiosità dell’operazione: “Questo valore di facciata vi permette di pagare un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club ma con un valore nominale necessario per chiudere”.
Tramontata l’opzione Llorente si vira sui Leandrinho, in prestito in Brasile con un diritto di riscatto fissato a 500.000 euro, per poi arrivare a discutere di Ounas. Qui la Repubblica pubblica un estratto di una conversazione tra Cristiano Giuntoli, all’epoca direttore sportivo del Napoli, ed Andrea Chiavelli, amministratore delegato del club: “Dal momento che il Lille è interessato a titolo definitivo a Ounas, che comunque ha un reale valore di mercato superiore a Leandrinho e Llorente…”.
Il 17 luglio arriva la proposta del Lille per l’inserimento di Karnezis nell’operazione. “Porteremo Karnezis al Lille per 20 milioni. Su questo punto è importante che non ci sia alcuna comunicazione sul prezzo, ci farebbe sembrare tutti cattivi” scrive Lopez in una mail intercettata. Giuseppe Pompilio, all’epoca vicedirettore sportivo del club azzurro, scrive a Giuntoli: “Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare”.
Successivamente la valutazione di Karnezis scenderà a 5 milioni e nell’operazioni verranno inseriti i tre primavera: Luigi Liguori, con una valutazione di 4 milioni; Claudio Manzi, valutato 4 milioni, e Ciro Palmieri, all’epoca ancora privo di contratto da professionista ma valutato 7 milioni di euro. I tre calciatori, sentiti dalla Guardia d Finanza, hanno dichiarato di non essere mai andati in Francia né di aver fatto le visite col Lille. Un anno dopo hanno rescisso il proprio contratto col club francese, trasferendosi, poi, in categorie minori. La conclusione delle forze dell’ordine, secondo quanto riportato da la Repubblica, è chiara: “La costruzione dei valori da parte del Napoli era finalizzata al raggiungimento del valore nominale di 70 milioni quale corrispettivo per Osimhen richiesto dal presidente del Lille”.